Il 93enne che disarma e mette in fuga un ladro: «Gli ho dato un cazzotto in faccia e uno spintone»

Attilio Fini, ex campione di scherma e allenatore nella nazionale, si è salvato con i suoi riflessi da una rapina a mano armata

Attilio Fini, classe 1930, è un ex atleta olimpico di sciabola e l’allenatore della nazionale italiana di scherma più vincente di sempre. La sua squadra ha vinto 21 medaglie olimpiche in 25 anni. Ma oggi si parla di lui sul Corriere della Sera per un’altra impresa: lunedì 18 dicembre in piazza De Agostini a Milano, incontra un uomo che gli punta una pistola davanti. «In quel momento mi ha intimato: “Dammi i soldi o l’orologio”». La reazione di Attilio Fini è stata prontissima: «Gli ho dato un cazzotto in faccia, poi un colpo sulla mano che ha fatto schizzare via la rivoltella e infine uno spintone: è finito incastrato tra alcuni motorini».


Poi è arrivato qualcuno ad aiutarlo: «Sono arrivati due ragazzi e hanno immobilizzato l’uomo in attesa della polizia. Era un algerino, nel suo Paese era ricercato per omicidio: non una cosuccia». Fini spiega che la tecnica che ha usato è stata «un attacco sul tempo dell’avversario. Come nella sciabola, quando devi bruciare il rivale sullo scatto. Il mio passato mi ha aiutato: in pedana servono decisione e riflessi». Ed è stato aiutato dal fatto che il cittadino algerino gli si è avvicinato troppo e in maniera imprudente: «Sapeva benissimo quello che faceva. Ma non si aspettava la mia reazione: l’ho colto di sorpresa», dice a Flavio Vanetti. Il 93enne dice di non aver avuto paura sul momento: «È scattato tutto all’improvviso, ho capito che non c’era da rimanere con le mani in mano. Ora, a mente fredda, dico invece che ho corso un bel rischio. Però la reazione nella mia testa è stata chiara: i soldi non te li do. E nemmeno l’orologio, che porto a destra sotto il maglione. Se mi avesse aggredito per strapparmelo, non l’avrebbe trovato subito».


La paura

I suoi familiari invece lo hanno richiamato: Mi hanno detto che avrei fatto meglio a dargli quel che chiedeva. Forse hanno ragione, ma vi dico una cosa: è la prima volta che ho vissuto un fatto del genere e mi auguro non capiti più; eppure se dovesse succedere di nuovo, rifarei tutto». La lezione che Fini ha imparato dalla storia è che «in giro c’è troppa cattiveria. E c’è un problema di sicurezza: un tempo esistevano i vigili di quartiere, oggi per difenderti devi arrangiarti da solo. Se ci riesci».

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