Addio al reso gratuito anche in Italia? I segnali sulle nuove regole dei colossi dell’e-commerce: cosa sta cambiando

Molte aziende hanno notato che i consumatori acquistano diverse taglie e colori, per poi restituire la maggior parte degli articoli

Addio al reso compulsivo. Brutte notizie per chi acquista senza pensarci troppo con la rassicurazione di poter restituire la merce in ogni momento e gratuitamente. Grandi marchi di moda come Amazon, Zara, H&M, J.Crew, Anthropologie, Abercrombie & Fitch hanno deciso di cambiare le regole introducendo una commissione a chi vuole restituire un prodotto. Per il momento riguarda solo alcuni Paesi all’estero, ma non si esclude che la regola arrivi ad essere applicata anche in Italia e a tappeto in altri posti. Il motivo? I camion carichi di pacchetti stanno diventando insostenibili su più fronti, sia per le aziende che per l’ambiente. A dare il via, rivela il New York Post rilanciato da la Repubblica, è stato il Regno Unito dove l’81% dei rivenditori ha introdotto un costo aggiuntivo per la restituzione dei prodotti. Zara ha iniziato ad addebitare 1,95 sterline per la restituzione di articoli acquistati online attraverso punti di ritiro gestiti da terze parti, come gli uffici postali. Tuttavia, questa politica non si applica ai resi effettuati direttamente nei negozi fisici della catena spagnola. Anche aziende come Uniqlo in Giappone e Asos nel Regno Unito hanno implementato politiche simili di restituzioni a pagamento.


I comportamenti (scorretti) dei clienti

La decisione è stata influenzata dal fatto che molte aziende hanno notato che i consumatori acquistavano diverse taglie e colori, ma restituivano la maggior parte degli articoli, trasformando così le loro case in vere e proprie prove di vestibilità. Alcuni clienti utilizzavano persino gli articoli prima di restituirli, mettendo a dura prova le aziende che – se danneggiati – non possono più rivenderli. Anche Amazon negli Stati Uniti ha seguito questa strada iniziando ad addebitare un dollaro ai clienti per la restituzione degli articoli presso i negozi UPS. La restituzione rimane, però, gratuita nei negozi di alimentari Whole Foods, Amazon Fresh o Kohl’s, dove Amazon ha stabilito accordi di partnership che consentono la procedura di reso senza costi aggiuntivi per i clienti. Ora si prevede che anche le aziende italiane si muovano nella stessa direzione. Abercrombie, ad esempio, fa sapere che dal 24 gennaio 2024 «si può restituire o scambiare solo tramite il nostro corriere preferito o in un negozio».


Leggi anche: