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Due morti in poche ore per influenza suina a Vicenza, 4 persone in rianimazione: «Non erano vaccinati»

09 Gennaio 2024 - 21:53 Redazione
Il primario di terapia intensiva del San Bortolo di Vicenza parla di «situazione preoccupante». E insiste sulla necessità di fare il vaccino contro l'influenza

Sono due finora le vittime dell’influenza H1N1 all’ospedale San Bortolo di Vicenza nel giro di poche ore. Altre quattro persone sono ricoverate in rianimazione, tutte in pericolo di vita, dopo l’infezione di influenza suina. Domenica 7 gennaio è morto un uomo di 55 anni, già affetto da gravi patologie. Il giorno dopo ha perso la vita un 47enne, anche lui affetto da disturbi pregressi. Come riporta il Corriere del Veneto, entrambi non si erano vaccinati contro l’influenza. Al San Bortolo ci sono intanto quattro persone ricoverate. Tra loro una donna considerata il caso più grave e sottoposto a circolazione extracorporea. I quattro pazienti in terapia intensiva risiedono a Vicenza e nella zona ovest di Arzignano e hanno età che vanno dai 50 ai 70 anni.

«È preoccupante»

Il primario di terapia intensiva dell’ospedale di Vicenza, Vinicio Danzi, si dice sorpreso: «La situazione è impegnativa e complessa. Personalmente è la prima volta che vedo arrivare così tanti casi critici di A/H1N1 in rianimazione. È preoccupante». Secondo il dottor Danzi, l’unico modo per proteggersi anche dall’influenza suina è la vaccinazione: «Basta essere vaccinati per l’influenza, che copre anche la variante suina». Consiglio ribadito anche dalla Direzione prevenzione della Regione Veneto, che in un comunicato ha spiegato come questa l’influenza stagionale è quest’anno «caratterizzata dalla circolazione del virus H1N1 pdm09 (Pandemic disease Mexico 2009): si tratta del virus influenzale – spiega la nota – che circola in modo diffuso in tutte le stagioni influenzali dal 2009. Ogni anno i virus respiratori determinano un aumento dei ricoveri e della mortalità nel periodo di circolazione; allo stato attuale è in linea con le stagioni influenzali del periodo pre pandemico. Rimane in ogni caso importante la sorveglianza attraverso i medici di medicina generale e pediatri e la sorveglianza ospedaliera».

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