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Fulco Pratesi, il decano degli ambientalisti italiani: «Mi lavo il meno possibile e tiro lo sciacquone ogni 3 pipì»

12 Gennaio 2024 - 07:26 Redazione
fulco pratesi wwf
fulco pratesi wwf
Il presidente onorario del Wwf: siamo scimmie nude, un animale sano non puzza

Fulco Pratesi, 89 anni, ha fondato Wwf Italia nel 1966 ed è ancora presidente onorario. Oggi si racconta in un’intervista al Corriere della Sera. Nella quale dice che ama tutti gli esseri viventi, anche le zanzare: «Se mi ronzano intorno, mi ribello e le scaccio ma poi mi pento. Per fortuna non sono appetitoso, le respingo, perché prendo i medicinali per l’artrite reumatoide. Però qualche pantofolata gliel’ho tirata anch’io». Il decano degli ambientalisti italiani apprezza anche i ratti: «Nella casa di campagna, a Viterbo, ce n’era uno che ci mangiava la frutta. Abbiamo piazzato una trappola di quelle antiche, che non fanno male, una gabbia piena di semi di girasole. Catturato, lo abbiamo portato a un chilometro da lì. Il giorno dopo era già tornato».

Ex cacciatore

Ma c’è un dettaglio inedito svelato nel colloquio con Giovanna Cavalli: in gioventù Pratesi è stato un cacciatore. «Nel 1954, a 19 anni, partii per il Kenya per la mia prima battuta di caccia. Una traversata lunghissima, su un’altra carretta del mare, fino a Mombasa. Presi solo una gazzella e un facocero. Tornato a Roma, gli amici mi prendevano in giro chiamandomi “Buana”». Poi, mentre si preparava alla caccia all’orso bruno in Russia, gli passò davanti una mamma con tre cuccioli: «Al ritorno vendetti il fucile. Non ho mai più ucciso un animale». Poi dice che fu lui a portare a Roma il primo gabbiano: «Una gabbianella ferita. Me l’aveva affidata un amico che l’aveva raccolta a Giannutri. Mio cognato Cecco era direttore dello zoo, la mettemmo accanto alla vasca delle otarie, a cui rubava le sardine. Guarì. Due anni dopo conobbe un maschio selvatico e fecero il nido insieme, tra le rocce».

«Mi lavo il meno possibile»

Parla poi della sua routine igienica: «Mi lavo meno possibile. Con una spugnetta bagnata d’acqua fredda e appena una goccia di sapone. Faccia, ascelle, parti basse». E questo perché «l’acqua è preziosa. In Italia ognuno ne spreca 400 litri al giorno». Il bagno in vasca, secondo lui, non serve. Mentre la doccia non l’ha «mai fatta. Tutta quest’acqua che mi cade addosso mi dà fastidio e secondo me mi fa perdere i capelli». Lo shampoo è ammesso una volta ogni dieci giorni: «Barba una volta al mese, denti con spazzolino appena umido». E tira lo sciacquone del bagno «ogni tre pipì». E questo perché «L’uomo non è che una scimmia nuda. Un animale sano non puzza. Il mio barboncino Robin fa il bagno ogni tre mesi, per bellezza. Nessuno mi ha mai dato dello zozzone. L’afrore umano non respinge, basta evitare aglio e cipolla. In più non fumo e non bevo».

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