Cortei pro-Palestina il 27 gennaio, Piantedosi dispone il rinvio: «Ledono il valore del Giorno della Memoria»

Il Viminale invita i questori di Roma e Milano a rinviare ad altra data le manifestazioni anti-Israele. La soddisfazione della Comunità ebraica

Valutare lo spostamento ad altra data delle manifestazioni pro-Palestina previste per sabato 27 gennaio, Giorno della memoria. È l’indicazione data ai questori dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, dopo le proteste dei giorni scorsi delle comunità ebraiche, che avevano denunciato lo «sfregio alla memoria» di cortei che ribaltano su Israele le accuse di genocidio per quanto sta avvenendo a Gaza proprio nel giorno del ricordo di quello nazista ai danni degli ebrei. In una circolare, il Dipartimento della Pubblica sicurezza del Viminale «invita» i questori a considerare di spostare ad altro giorno le manifestazioni previste per sabato, con particolare riferimento ai cortei pro-Palestina in programma a Roma e Milano. «La libertà di manifestazione – ricorda infatti nella circolare il ministero – va contemperata con il valore attribuito alla Giornata della memoria». Troppo grande, altrimenti detto, il rischio di ledere nella sostanza il valore attribuito alle celebrazioni del 27 gennaio. «Tali iniziative, e svolte in concomitanza con la predetta ricorrenza, potrebbero assumere connotazioni lesive, sotto l’aspetto formale organizzativo e contenutistico, del valore nazionale che la Repubblica Italiana ha attribuito con la citata legge (la 211/2000, ndr) allo spirito commemorativo in favore delle vittime delle leggi razziali, nonchè di condanna alla persecuzione del popolo ebraico. Risulterebbe, altresì, violato il valore universale che alla giornata del 27 gennaio è stato riconosciuto dalla Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in data 1 novembre 2005», fa notare il Dipartimento nella circolare. Ove si ricordano anche i rischi per l’ordine pubblico: «Nondimeno le suddette manifestazioni potrebbero determinare, anche in relazione all’attuale contesto conflittuale internazionale, il sorgere di tensioni con il conseguente rischio di effetti negativi sulla tenuta dell’ordine pubblico e sociale». In attesa delle decisioni dei questori sui territori, in ogni caso, Il capo della polizia Vittorio Pisani ha previsto che per le eventuali manifestazioni di sabato siano predisposte idonee misure di prevenzione e sicurezza, riporta l’Ansa, «in considerazione della perdurante minaccia terroristica».


Il sollievo della Comunità ebraica

Soddisfatta della decisione del Viminale si è detta la comunità ebraica di Roma, che aveva invocato l’intervento delle istituzioni per vietare il corteo della capitale promosso dagli studenti palestinesi prendendo a prestito anche le parole di Primo Levi. «Siamo contenti che siano state riconosciute le nostre ragioni. Ringraziamo le istituzioni, a cominciare dal ministro Piantedosi e tutte le articolazioni del ministero dell’Interno, per la sensibilità che hanno dimostrato. È stata una decisione giusta e di buon senso», ha detto il presidente Victor Fadlun. «Dopo il 7 ottobre è tornato l’antisemitismo, gli ebrei oggi di nuovo hanno paura di vivere in Europa. Avevamo detto che ‘mai più’ avrebbe significato ‘mai più’ e invece siamo ancora qui a dovere difendere le nostre vite», aveva denunciato questa mattina in una cerimonia al Parlamento europeo Irene Shashar, sopravvissuta alla Shoah.


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