«Stai disturbando la lezione», la prof mette -1 allo studente di 12 anni. La madre: «Non sapevo si potesse fare»

È successo in una scuola nel barese. La donna ha rimproverato il figlio e lo ha anche rassicurato, ma è rimasta sorpresa: «Dalla docente nessuna spiegazione e la scuola non ha chiesto un colloquio»

Quando è arrivata la notifica sul registro elettronico, la madre non poteva crederci. Eppure, nero su bianco, c’era il voto ricevuto da suo figlio: -1. «Sotto lo zero cosa c’è? Il nulla cosmico da attribuire a un ragazzino in crescita? Neanche pensavo esistesse questo voto», racconterà poi a La Stampa. Cosa poteva essere successo? Un compito andato (molto) male? Un’interrogazione a sorpresa? La donna fotografa il voto, lo invia al padre del bambino – dal quale si è di recente separata – e aspetta che Luca (nome di fantasia) torni a casa per sapere da lui quale sia la motivazione. Luca ha 12 anni, frequenta le scuole medie di un istituto nel barese ed è un alunno che studia, è curioso e vivace. Forse un po’ troppo, come spiega il quotidiano, che racconta degli interessi in fisica e chimica che assorbono spesso l’attenzione del ragazzo. Tornato a casa, spiega alla madre che la professoressa di inglese lo ha sorpreso a chiacchierare con un compagno di classe. E così si è beccato il -1, mentre l’altro studente se l’è cavata con un rimprovero. Negli ultimi anni di storie su genitori che diventano una furia per difendere i loro figli e vanno a protestare con la scuola se ne sono sentite molte, ma non è questo il caso. «Io e mio marito siamo separati da poco tempo, cresco mio figlio da sola, devo garantirgli un ambiente familiare sano, sereno, essere un esempio», ragiona la madre di Luca con La Stampa, «l’ho tranquillizzato dicendogli che un -1 nella vita può succedere, non è la fine del mondo ma deve servire a migliorare, ad imparare, a ripartire rimodulando un comportamento più responsabile e rispettando le regole scolastiche».


Il voto scompare

La donna lo tranquillizza, sì, ma lo rimprovera anche. Secondo la professoressa ha disturbato la lezione, per cui deve imparare a non farlo più e ascoltare i propri docenti. Con un voto così penalizzante però, rimane sorpresa: non c’è nessun commento sul registro elettronico, l’insegnante non chiede un colloquio né viene convocata dai dirigenti scolastici. E quindi rimane solo lei a cercare di trarre una lezione per suo figlio, cercando di fargli prendere il meglio da questa situazione: «Se fossi andata a battere i pugni a scuola, io che a casa sono l’adulta di riferimento, gli avrei insegnato ad accendere micce, io sono abituata a conciliare, a buttare acqua e non benzina sul fuoco, voglio che per lui sia un monito, che gli serva ad essere resiliente». E aggiunge: «Non cerco il conflitto, cerco comprensione. Andare subito a fare rimostranze avrebbe solo rafforzato il sentimento negativo di mio figlio nei confronti della scuola: lui già non la ama, non si sente accolto, valorizzato. Devo riservare le mie energie (positive) per la sua crescita, per il nostro rapporto». La donna chiama quindi una sua amica, una dirigente scolastica, chiedendole se si può valutare uno studente con un voto così basso: «Non me l’ha spiegato, mi ha detto che è follia». Quattro giorni dopo, a rendere ancora più ingarbugliata e priva di senso la situazione, il voto scompare dal registro elettronico. La donna però ci tiene a lasciare un messaggio: «Invito a riflettere su come alcuni comportamenti impattano negativamente sulle vite coinvolte».


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