Gli italiani e il limite del 30 km/h: chi lo ha lo apprezza, elettori del centrodestra contrari

E c’è chi pensa che debbano essere i comuni a deciderlo. Senza interferenze del ministero

Il sondaggio di Ipsos illustrato oggi da Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera è dedicato al limite dei 30 chilometri all’ora in città. Una regola che trova un certo successo in Europa, mentre a Bologna il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha polemizzato con il comune, anche se lo stesso ministero ha emanato direttive in tal senso. La rilevazione del sondaggista dice che i 30 all’ora spaccano gli italiani. Ma anche che chi li ha sperimentati oggi li apprezza e dice sì. Il dato curioso è che sembra anche esserci una motivazione politica dietro la preferenza: c’è un’ostilità maggiore nei confronti del limite tra gli elettori di centrodestra. Mentre sono favorevoli quelli del Partito Democratico.


I dati

Il vantaggio principale del limite dei 30 km/h è la riduzione degli incidenti stradali: lo sostiene il 55% del campione. Il 32% indica anche la riduzione dei consumi di carburante, mentre il 26% ritiene che si riduca l’inquinamento. Tra gli svantaggi si indica il rallentamento del traffico e la percezione che sia un provvedimento che serve ai comuni per fare cassa con le multe. C’è anche chi pensa che il limite possa aumentare la distrazione dei conducenti. In generale, spiega il sondaggio, chi usa più la macchina per i propri spostamenti tende ad avere un giudizio negativo. E quando si tratta di dare un giudizio finale, il campione è quasi perfettamente spaccato: il 41% approva la scelta di ridurre i limiti, il 43% la disapprova. IL 16% invece non si esprime. Ma l’approvazione, a sorpresa, prevale nei comuni in cui il limite esiste già. Chi lo ha sperimentato lo apprezza.


Utenti sporadici

Anche perché, spiega Pagnoncelli, chi utilizza sporadicamente il mezzo è più presente in questi comuni. Il picco dei contrari invece si trova proprio nei comuni in cui il provvedimento non è stato adottato. C’è anche chi pensa che debbano essere i municipi a deciderlo, senza regole su base nazionale. E mentre gli elettori del Pd e in generale della sinistra e del Terzo Polo sono più favorevoli e quelli di centrodestra contrari, quelli del M5s sono divisi a metà.

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