Francesca Michielin, la nefrectomia e la vita con un solo rene: «Ma l’esistenza resta ottimale»

L’urologo spiega quando si effettua la rimozione dell’organo e per quali motivi

La conduttrice e cantante Francesca Michielin ha rivelato nei giorni scorsi che la scorsa estate le è stato asportato un rene. «È una cosa un pò pesante, i miei amici mi hanno detto “Dopo aver scritto il cuore è un organo, il tuo prossimo disco si chiamerà il rene è un organo”», ha detto mentre era ospite di Stasera c’è Cattelan. La vincitrice di X Factor, 28 anni, ha deciso di non scendere nel dettaglio della sua patologia. Aveva però detto addio alle date del suo tour estivo «su consiglio del medico». In quella occasione aveva anche parlato di «dolori addominali insostenibili». Oggi il professor Umberto Capitanio, urologo e responsabile della ricerca scientifica sul tumore del rene all’ospedale San Raffaele di Milano, spiega al Corriere della Sera quando si effettua una nefrectomia e per quali necessità.


La rimozione chirurgica

La nefrectomia è la rimozione chirurgica di tutto il rene, ovvero l’organo che insieme alle vie urinarie costituisce l’apparato urinario. I reni mantengono l’equilibrio idrosalino dell’organismo e garantiscono la depurazione del sangue attraverso i nefroni. «Si rende necessaria per due ragioni principali: in caso di una diagnosi oncologica, in particolare quando la malattia è di dimensioni tali da non permettere la rimozione solo della parte malata. Oppure se il rene perde la sua funzionalità e provoca dolore o febbre per svariate ragioni, come ad esempio la presenza di un grosso calcolo renale o di una strozzatura delle vie urinarie che causa il rigonfiamento del rene (idronefrosi). Che a quel punto perde un po’ alla volta la sua capacità di filtrare le urine», spiega Capitanio. Di solito per il tumore non ci sono sintomi particolari. Si tratta di una diagnosi incidentale.


Calcolosi o dilatazione renale

Nel caso della calcolosi o dilatazione renale i sintomi sono prevalentemente forti dolori addominali e lombari. Ai quali di solito si associano febbre o sangue nelle urine. E, conclude Capitanio, la qualità della vita del paziente dopo l’intervento «è ottimale. È chiaro che avere un rene solo necessita di controlli periodici e può richiedere terapie mediche negli anni a venire».

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