L’europarlamentare Picierno (Pd): «Così l’Europa sta arretrando su stupro e violenza sulle donne»

Nel mirino la direttiva che recepisce la convenzione di Istanbul

L’europarlamentare del Partito Democratico Pina Picierno dice che l’Unione Europea sta per approvare una direttiva sulla violenza sulle donne che rappresenta «un arretramento» rispetto al passato. E che potrebbe costituire un colpo di spugna sul reato di stupro. E chiede al governo Meloni di farsi sentire per fermare tutto. Picierno parla oggi in un’intervista rilasciata a Repubblica. Nella quale dice che dalla direttiva mancano le proposte di Parlamento e Commissione Ue. Che di fatto i governi stanno depennando: «Ad esempio stato eliminato l’articolo che definisce, e quindi sanziona, il reato di stupro come rapporto sessuale in assenza del consenso esplicito della donna, che discende dalla Convenzione di Istanbul».


La Convenzione di Istanbul

La Convenzione è entrata in vigore il primo ottobre 2023 nella Ue. Ha lo scopo di prevenire, perseguire ed eliminare la violenza sulle donne e la violenza domestica, e di attuare politiche globali e coordinate. Ma non c’è solo questo. Secondo Picierno con la nuova direttiva le molestie sessuali nel mondo del lavoro non sono più incluse. Mentre nella violenza online «la vittima dovrebbe provare il danno subito dalla circolazione di proprie immagini private». L’europarlamentare spiega che si tratta di un tema legato alla vittimizzazione secondaria. «Visto che neanche nella nostra legislazione lo stupro ha una definizione così chiara e netta, ti può accadere, a te donna, di dover rispondere a 1.400 domande degli inquirenti per spiegare cosa ti accaduto, come sta succedendo alla ragazza che ha denunciato il figlio di Beppe Grillo», aggiunge.


La violenza di genere

Picierno dice anche che la violenza di genere è considerata un tema secondario anche dal governo, visto che non c’è una sua posizione sulla direttiva. A causa di una visione patriarcale trasversale ed europea: «E c’è una indifferenza sul tema impressionante. Oppure perché sanno che circoscrivere con chiarezza la violenza sulle donne un tema divisivo e preferiscono evitare. Anche perché se c’è una direttiva europea e un paese membro non la rispetta scatta l’infrazione, a differenza delle convenzioni che enunciano dei principi non vincolanti». Tra i paesi più ostili c’è l’Ungheria. Ma anche Francia e Germania vogliono eliminare l’articolo 5, che riguarda lo stupro. «Invece l’articolo 83 del Trattato menziona tra i crimini di competenza europea lo sfruttamento sessuale. Vogliamo dire che lo stupro non una forma di sfruttamento sessuale?».

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