Latina, lo stupro scoperto in classe grazie al tema su Giulia Cecchettin

Una ragazza ha confessato le violenze del fidanzato. Che ora ha l’obbligo di dimora a casa

Una ragazza di 16 anni, studentessa in un liceo a sud di Latina, ha raccontato in un tema in classe di sentirsi come Giulia Cecchettin. Ovvero la ragazza vittima di femminicidio ad opera del suo fidanzato Filippo Turetta. Anche il suo carnefice era il ragazzo con cui aveva una relazione. Che si era interrotta a ottobre, ma lui adesso la stava perseguitando. Il compito in classe ha così reso improvvisamente partecipi della situazione della ragazza la famiglia e il corpo insegnanti. Anche del fatto che il ragazzo, che non aveva accettato la fine della relazione, l’aveva costretta a un rapporto sessuale. Ma anche che controllava i suoi movimenti e la perseguitava su Whatsapp.


Il video sul telefonino

A quel punto, racconta oggi Il Messaggero, i docenti si sono attivati e hanno messo a disposizione della ragazza una psicologa oltre ad informare la famiglia. Anche quella del ragazzo, visto che i due frequentano la stessa scuola. Ora lui è accusato di aver sottoposto la ragazza a violenze fisiche e psicologiche fino al 10 ottobre scorso. I carabinieri di Formia, diretti dal maggiore Michele Pascale, hanno anche trovato un video sul telefonino di lui in cui si mostrava la violenza sessuale. Ora nei confronti del giovane è stata emessa una misura cautelare: l’obbligo di dimora a casa. Il 16enne, assistito dall’avvocato Massimo Signore, ha negato gran parte degli addebiti. Sostenendo che i due erano «fidanzati in casa» dall’aprile 2022 e che la sua era stata semplice gelosia.


La procura

La procura però gli ha contestato anche la violenza sessuale. Insieme a un comportamento «offensivo, denigratorio e minaccioso». Che ha provocato nella ragazza «un perdurante e grave stato di paura al di fuori del contesto scolastico». Al punto di far alterare alla vittima le proprie abitudini di vita e a farle perdere tutte le amicizie. La difesa ha prodotto foto e video per dimostrare che i lividi della vittima erano stati causati dalla pratica del kickboxing. Il Gip si è riservato sulla decisione.

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