Sgarbi si dimette da sottosegretario, la furia contro Sangiuliano: «Uomo senza dignità: da lui le lettere anonime all’Antitrust» – Il video

L’accusa del critico d’arte contro il ministro, colpevole secondo lui di aver girato all’Antitrust segnalazioni anonime contro di lui

Ha deciso di uscire dal governo Vittorio Sgarbi, in rotta totale soprattutto con il ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano, che chiama «uomo senza dignità» e accusa di averlo segnalato all’Antitrust girando due lettere anonime. Sgarbi ha annunciato di volersi dimettere da sottosegretario alla Cultura dal palco della «Ripartenza», la kermesse ideata da Nicola Porro. «È un colpo di teatro, sono due ore che medito se farlo o se non farlo. Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario del governo e lo comunicherò nelle prossime ore alla Meloni». Sgarbi ha voluto ringraziare il governo, in particolare la premier «di non avermi chiesto niente, neanche queste dimissioni, e di avere detto di aspettare l’indicazione dell’Antitrust. Ora l’indicazione è arrivata – aggiunge Sgarbi – si può impugnare, ma è arrivata. A questo punto mi tolgo di scena, ringrazio Meloni e i colleghi di governo, perché non hanno chiesto un’anticipazione». Sul suo caso, Sgarbi sottolinea che la premier «fino a oggi è sempre stata garantista. In questo momento non le chiedo niente, le invierà la lettera questa sera».


Il procedimento dell’Antitrust

A Open l’Antitrust conferma di aver chiuso il procedimento a carico del sottosegretario. «L’Antitrust ha mandato una molto complessa e confusa lettera dicendo che aveva accolto due lettere anonime, che ha inviato all’Antitrust il ministro della Cultura, in cui c’era scritto che io non posso fare una conferenza da Porro. Secondo l’avviso dell’Antitrust non potrei parlare d’arte, non dovrei occuparmi d’arte. Dovrei esser un sottosegretario che si occupa di funzioni, tra l’altro limitate», ha dichiarato il critico d’arte. «La legge consente che io, attraverso il Tar, indichi quelle cose che ho detto», ovvero «che non può essere in conflitto di interessi chi non ha un lavoro, chi non fa l’attore, chi non fa il professore, chi è in pensione come professore e come sovrintendente». «Questa conferenza – ha spiegato – secondo quello che l’Antitrust mi ha inviato, sarebbe incompatibile, illecita, fuorilegge». Quindi, «per evitare che tutti voi siate complici di un reato, io parlo da questo momento libero del mio mandato di sottosegretario. Avete comunque un ministro e altri sottosegretari – ha concluso -. Io riparto e da ora in avanti potrò andare in tv e fare conferenze».


Sgarbi e Report

Sgarbi ha parlato di Report spiegando che l’intervista trasmessa non era concordata. «Ebbene io ritiro il mio augurio di morte», precisa, dopo le minacce rivolte all’inviato della trasmissione Rai. «Non mi devo scusare con nessuno -aggiunge – ho espresso le mie imprecazioni come fa chiunque», ha sottolineato il sottosegretario. Sgarbi ha sottolineato che «dobbiamo chiederlo all’estero. Il sottosegretario non ha rilasciato nessuna intervista quindi quelle erano immagini rubate. E uno nel suo privato può dire quello che vuole». In conclusione, ha ribadito: «Non rifarei l’intervista anche perché non l’ho fatta. E comunque il giornalista non morirà per questo».

L’attacco a Sangiuliano

Nello spiegare le ragioni delle sue dimissioni, Sgarbi attacca il ministro Sangiuliano che non ha consultato prima della sua decisione. «Non ci parliamo dal 23 ottobre, quando mi ha dato la delega per andare a occuparmi della Garisenda. Non potevo sentire una persona che riceve una lettera anonima e la manda all’Antitrust. Le lettere anonime si buttano via, gli uomini che hanno dignità non accolgono lettere anonime. L’Antitrust – ha aggiunto Sgarbi – dice “dalle lettere anonime che abbiamo ricevuto”, le ha inviate il ministro. Tutto quello che hanno dichiarato arriva da lettere anonime».

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