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Strage di Altavilla Milicia, i fratelli Kevin ed Emanuel torturati con attizzatoio e cavi elettrici prima di morire. Il padre non risponde al gip

14 Febbraio 2024 - 12:49 Redazione
Il legale dell'uomo: «Sostiene di aver fatto l'interesse dei suoi cari. Non si può parlare di pentimento, proprio perché non capisce cosa è accaduto. Sorvola sui fatti»

Emergono dei dettagli orrendi sulla strage di Altavilla Milicia, dove il padre di famiglia Giovanni Barrecca ha ucciso sua moglie Antonella Salamone e i suoi due figli Kevin ed Emanuel di 16 e 5 anni. Solo la figlia maggiore, di 17 anni, è scampata al massacro ed è stata trovata in forte stato di choc. Al momento sotto arresto c’è sia Barreca che i suoi complici, la coppia Sabrina Fina e un sedicente mental coach, Massimo Carandente fermati domenica. Tutti e tre compaiono davanti al gip di Termini Imerese per la convalida dei provvedimenti restrittivi. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera i figli, prima di morire, sono stati percossi con l’attizzatoio del camino e con dei fili elettrici e, perché non gridassero, è stata tappata loro la bocca con degli stracci. Per sabato è fissata l’autopsia sui corpi dei due fratelli e sui resti della madre, carbonizzati, trovati vicino casa. Secondo quanto dichiarato dalla giovane 17enne la strage è stata compiuta per fare un esorcismo.

Barreca non risponde al gip. Il legale: «Non si rende conto di quello che è accaduto»

«Il mio cliente, che oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di garanzia, è sotto choc. Non si rende conto di quel che è accaduto. Mi ha ripetuto che vuole bene alla sua famiglia» ha dichiarato l’avvocato Giancarlo Barracato, il legale di Giovanni Barreca. «Nell’abitazione in cui sono avvenuti i fatti – ha aggiunto – continuano gli accertamenti. Avremo modo nei prossimi giorni di capire meglio». «Barreca – ha spiegato – sembra non capire quel che è successo. E’ una persona profondamente provata. Mi ha raccontato cose della sua famiglia e sostiene di aver fatto gli interessi dei suoi car». «Non si può parlare di pentimento – ha concluso – proprio perché non capisce cosa è accaduto. Sorvola sui fatti».

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