Dal video (di ieri) in cui scherzava, all’ipotesi embolia. Tutto quello che sappiamo sulla morte di Navalny – Video

L’oppositore di Putin si trovava in una prigione di massima sicurezza nell’artico russo per scontare una pena per «estremismo»

L’annuncio è arrivato nel primo pomeriggio del 16 febbraio. Alexei Navalny, dissidente russo oppositore del presidente Vladimir Putin è morto nella prigione di massima sicurezza nell’artico russo dove era stato trasferito poche settimane fa per scontare una pena a 19 anni per «estremismo». Secondo la versione ufficiale diffusa dalle autorità carcerarie, Navalny sarebbe morto essendosi «sentito male durante una passeggiata perdendo conoscenza quasi immediatamente», non è chiaro se all’interno o all’esterno della struttura nella gelida città di Kharp. Mentre le notizie e gli aggiornamenti su Navalny si inseguono, il suo entourage sostiene di non aver ancora avuto conferma della morte, mentre la madre afferma di averlo visto il 12 di febbraio in buone condizioni di salute.


La portavoce: «Non abbiamo conferma della morte»

Infatti, secondo quanto afferma la portavoce di Navalny stesso – Kira Yarmish – questa non sarebbe stata confermata alle persone vicine al dissidente. Anche se viene data per certa dalla moglie di Navalny, intervenuta alla conferenza di Monaco sulla Sicurezza. «Il Servizio penitenziario federale russo nell’area autonoma di Yamalo-Nenets diffonde la notizia della morte di Alexey Navalny nell’IK-3. Non ne abbiamo ancora conferma. L’avvocato di Alexey è attualmente in viaggio per Kharp. Appena avremo qualche informazione la pubblicheremo», scrive Karmish. Sempre a Novaya Gazeta, la madre di Navalny afferma: «Non voglio sentire alcuna condoglianza. Abbiamo visto mio figlio nella colonia penale il giorno 12, avevamo una visita. Era vivo, sano, allegro». Novaya cita anche l’avvocato del dissidente, secondo il quale fino a mercoledì 14 Navalny stava bene.


La presunta embolia

A qualche ora dall’annuncio, la notizia non trovava ampio spazio su buona parte delle prime pagine delle maggiori testate giornalistiche russe: Lenta.ru, Ria Novosti, Tass. Subito visibile invece la notizia su Novaya Gazeta, che indica in un coagulo sanguigno, per la precisione una tromboembolia, la causa della morte del dissidente 47enne. Fosse questa la ragione del decesso, scrive ancora Novaya, andrebbe comunque accertata da un’autopsia. La stessa ipotesi è quella riportata da Izvestia, storica testata di San Pietroburgo. «Gli operatori sanitari dell’istituto sono immediatamente arrivati ed è stata chiamata una squadra medica di emergenza» si legge su Tass che a sua volta cita il servizio penitenziario federale. L’agenzia stampa di Stato della Russia afferma anche che sarebbero «state effettuate tutte le misure di rianimazione necessarie, ma non hanno dato risultati positivi». In ogni caso, le cause della morte sarebbero in fase di accertamento.

Il video dell’udienza di Navalny

Sono arrivate, citate da Kommersant, anche le dichiarazioni ufficiali del tribunale dell’Oblast di Vladimir, a est di Mosca, dove Navalny è a processo. Affermano che il dissidente si è regolarmente presentato in videocollegamento all’udienza di ieri, senza lamentare problemi fisici o di salute. All’udienza è stato girato un video in cui si vede il collegamento di Navalny dalla propria cella nell’artico. Il video viene diffuso da Sota Vision, con la trascrizione di quanto viene detto. Navalny e il giudice discutono di una misura secondo la quale il dissidente viene multato per ogni giorno in cui si rifiuta di lavorare alla macchina da cucire che gli è stata assegnata. Ieri, 15 febbraio, Navalny ha visto la conferma di una multa di 77.961 rubli (circa 780 euro al cambio del 16 febbraio) per 39 giorni non lavorati. Lo scambio avviene in modo ironico, mentre Navalny fa notare che sostanzialmente è lui a pagare lo stipendio al giudice.

Leggi anche: