Le prime parole di Navalny dalla prigione nel Mar Artico: «Sono un Babbo Natale a regime speciale»

L’oppositore di Putin su X: nel luogo in cui mi trovo sfortunatamente non ci sono renne

Alexei Navalny torna a parlare sui social media dalla colonia penale nel Mar Artico dove è stato trasferito. «Non preoccupatevi per me. Sto bene», ha scritto in una serie di messaggi su X in cui ha descritto il suo trasferimento e la detenzione. «Ora vivo sopra il circolo polare artico. Nel villaggio di Kharp su Yamal. La città più vicina ha il bellissimo nome di Labytnangi», fa sapere l’oppositore di Putin condannato per estremismo, che poi si definisce: «Un Babbo Natale a regime speciale». Navalny dice che il viaggio fino alla colonia penale è durato 20 giorni che «sono stati piuttosto estenuanti, ma sono ancora di buon umore». Dice di essere arrivato «sabato sera. E sono stato trasportato con tale precauzione e su un percorso così strano (Vladimir – Mosca – Chelyabinsk – Ekaterinburg – Kirov – Vorkuta – Kharp) che non mi aspettavo che qualcuno mi trovasse qui prima di metà gennaio».


Per questo motivo «sono rimasto molto sorpreso quando ieri è stata aperta la porta della cella con le parole: ‘È qui per te un avvocato’. Mi ha detto che mi avevate perso e alcuni di voi erano addirittura preoccupati. Grazie mille per il vostro supporto», aggiunge. Infine, descrive le condizioni di detenzione: «Sfortunatamente non ci sono renne, ma ci sono enormi cani da pastore. Guardo fuori dalla finestra dove posso vedere la notte, poi la sera e poi di nuovo la notte».


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