«Cosa pensano le ragazze d’oggi?» Al liceo Parini torna il questionario dello scandalo: le risposte su sesso, famiglia, diritti

Era il 14 febbraio 1966 quando il famoso liceo di Milano fece scandalo per aver pubblicato un’inchiesta sul ruolo della donna sul giornalino “la Zanzara”. Oggi ripropone il questionario

Libertà sessuale, matrimonio, fede, lavoro. Temi ancora oggi controversi, ma un tempo vittime di scontri ideologici ancor più violenti. Era il 14 febbraio 1966 quando il liceo Parini di Milano fece scandalo per aver pubblicato un’inchiesta sulla posizione della donna nella società italiana sulle pagine del giornale degli studenti, La Zanzara. I ragazzi autori dell’articolo – Marco de Poli, direttore del giornale, Marco Sassano e Claudia Beltramo Ceppi -, furono denunciati da un gruppo di genitori e rinviati a giudizio dalla Procura della Repubblica con l’accusa di «oscenità a mezzo stampa e pubblicazione clandestina». Assieme a loro, fu processato anche il preside Daniele Mattalia. Il caso scosse l’opinione pubblica, fece scalpore internazionale finendo sulle pagine dei quotidiani di tutto il mondo – da Le Monde al New York Times – e diede il via a numerose interrogazioni parlamentari. Dopo tre giorni di dibattimento, gli imputato furono assolti. Oggi, a distanza di quasi 60 anni, gli studenti del liceo Parini hanno deciso di riproporre la stessa inchiesta di allora sul loro giornale attuale, Lo Zabaione, intervistando gli studenti della scuola sulle medesime tematiche, così da mettere in luce cosa è (o non è) cambiato. «I risultati sono molto interessanti, soprattutto se paragonati a quelli del ‘66», inizia a raccontare a Open Jessica Stefanini, direttrice del giornale e autrice dell’inchiesta targata 2024.


Dal ’66 a oggi: cosa pensano le ragazze?

L’articolo de “La Zanzara” che nel ’66 fece scandalo

«L’incomunicabilità generazionale è il leitmotiv delle testimonianze raccolte», si legge nell’inchiesta attuale. «La figura della donna, il ruolo del sesso, della maternità, della fede e del lavoro sono tuttora subordinati a moralismi obsoleti, forse più velati, ma ancora estremamente pervasivi. Un elemento, però, stona in modo lampante con la concezione delle ragazze dell’epoca: la fiducia del futuro. Sembra – scrivono gli studenti – che pecchiamo di speranza». L’inchiesta del ’66 dal titolo «Che cosa pensano le ragazze d’oggi?» affrontava cinque macro-aree: l’educazione familiare, il sesso, il dilemma morale e religioso, il matrimonio e il lavoro, e l’impegno collettivo contrapposto all’impegno di elite. Molte studentesse dell’epoca si dissero favorevoli all’uso degli anticoncezionali durante il matrimonio, così come ai rapporti prematrimoniali. Qualcuna di loro affermò: «Se mi offrissero una vita solo dedita al matrimonio, alla casa e ai figli, piuttosto di vivere così mi ammazzerei». Non mancavano, però, voci dissonanti e più conservatrici.


«Le discriminazioni? Ci sono ancora, ma sono velate»

E oggi? «È molto difficile paragonare le risposte di oggi a quelle di quasi 60 anni fa – commenta con Open la direttrice del giornalino -, ma posso dire che persiste una volontà diffusa e ancora attuale, potremmo quasi definirla “innata”, nelle ragazze di vivere in linea con i propri valori, anche quando non rispecchiano quelli predominanti nella società in cui vivono». «Le discriminazioni di genere», prosegue Stefanini, «sono ancora molte. Nel ‘66 il divario era certamente più evidente e percepibile. Oggi, le discriminazione sono più velate e subdole. Tuttavia, nonostante si manifestino in modo più nascosto, ciò non significa che non esistano, è solo più difficile riconoscerle».

L’articolo de “Lo Zabaione” degli studenti del Parini di Milano

Sul tema dell’educazione sessuale, dal questionario attuale del Parini emerge che le opinioni rimangono più o meno invariate rispetto al passato. Sul sesso, dialogo sì o dialogo no con i genitori? Le ragazze si dividono: alcune riferiscono di parlarne apertamente, altre hanno temono chiusure ideologiche da parte della famiglia. Tuttavia, ora come un tempo, prevale tra le studentesse il desiderio che a scuola venga fornita un’educazione sessuale, senza l’influenza di moralismi. Le differenze con le pariniane degli anni ’60 emergono quando si parla di preoccupazioni. Mentre in passato si discuteva della verginità prematrimoniale, considerata un valore, oggi le ragazze lamentano una pressione sociale opposta: «Si sentono spinte e quasi forzate ad avere le prime esperienze sessuali il più presto possibile», si legge nell’inchiesta. Quanto, invece, al problema morale e religioso, gli studenti fanno notare che «nessuna ragazza ha menzionato di sua iniziativa la questione della religione, al contrario di quanto accadeva nel ’66. Questo ha messo in luce un’omogeneità nel sentire comune: la religione non è più un criterio di moralità». Dalle colonne de Lo Zabaione, emergono conclusioni precise: «La voce delle ragazze chiara e decisa: urge un rinnovamento che parta dalle radici e tocchi ogni aspetto della questione femminile e civile. Per quanto alcuni argomenti dell’inchiesta del ’66 ci sembrino superati, non possiamo dare per scontato i traguardi raggiunti dalle donne».

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