Il 2024 da record delle banche d’Europa: volano profitti e dividendi, azioni ai massimi da sei anni

Il valore di mercato dell’indice di Borsa cresciuto del 34% in un anno. Spiccano per performance le italiane Unicredit e Intesa Sanpaolo

I manager delle grandi banche europee si apprestano a celebrare una Pasqua con un sorriso largo così. Giovedì, nell’ultimo giorno di scambi di Borsa prima della pausa per la festività, l’indice Stoxx Europe 600 Banks che misura la performance sui mercati dei maggiori istituti finanziari europei ha toccato infatti il livello più alto da sei anni a questa parte. È il punto di arrivo di una stagione di profitti record, grazie soprattutto ai tassi d’interesse cresciuti senza sosta dal 2020 fino all’autunno scorso, oltre che della recente promessa agli azionisti di un ricco ritorno sull’investimento. Solo nell’ultimo anno il valore dell’indice europeo delle banche è cresciuto del 34%, osserva il Financial Times. La ragione di fondo, come detto, sta nel boom dei tassi fissati dalla Bce (e dalla Bank of England oltreManica) sui prestiti, capace perfino di mettere in ombra il calo della quantità di prestiti richiesti così come dei contratti conclusi. Tanto che per la prima volta da oltre dieci anni gli istituti di credito europei tirano sui mercati più dei loro “cugini” americani.


I titoli più redditizi

Tra le banche più in forma d’Europa ci sono per altro i due maggiori gruppi italiani del settore, Intesa Sanpaolo e Unicredit, volate ai massimi in Borsa rispettivamente da 9 e 13 anni. La banca guidata da Andrea Orcel ha chiuso il 2023 con un quarto trimestre da record, al pari di Santander e Lloyds, e per festeggiare ha annunciato che riconoscerà dividendi agli azionisti per ben 8,6 miliardi di euro – somma pari a tutti i profitti del 2023. L’altro istituto che mostra risultati da urlo in queste settimane è Ubs, che dopo essersi “mangiata” lo scorso anno lo storico rivale, Credit Suisse, è cresciuta in Borsa del 46% in dodici mesi. L’unica “minaccia” per il prosieguo di una stagione di incassi record sembra venire a questo punto proprio dalla banche centrali, con il possibile inizio della riduzione dei tassi: «Il timing e la rapidità dei tagli influirà sulla performance delle banche nel 2024», osserva all’Ft l’esperto senior di una grande agenzia di rating. D’altra parte se ciò accadrà si presume che l’attività economica nel suo insieme tornerà a crescere. Le banche europee che hanno consolidato in questi anni i bilanci sembrano avere insomma ben poco da temere anche per i mesi a venire.


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