La rabbia del padre di Mattia Giani, morto dopo un malore in Eccellenza: «Non c’era neanche un medico in campo»

Il 26enne è morto dopo aver avuto un sospetto arresto cardiaco a Castelfiorentino. Secondo il padre che assisteva alla partita, il defibrillatore è stato usato solo con l’arrivo di una seconda ambulanza che aveva il medico a bordo

«Ora vogliamo la verità» dice Sandro Giani, padre di Mattia, il calciatore 26enne del Castelfiorentino morto dopo un sospetto arresto cardiaco in campo vicino a Firenze durante la partita di Eccellenza contro il Lancillotto. Al Corriere della Sera, l’uomo pretende ora di sapere come è morto suo figlio Mattia Giani, deceduto all’ospedale Careggi di Firenze, e annuncia: «Presenteremo querela perché vogliamo capire come è morto nostro figlio». L’accusa dell’uomo è innanzitutto sul sistema dei soccorsi: «Io so solo che il medico su quel campo non c’era. E che la prima ambulanza del 118 è arrivata senza medico dopo 15 minuti. E che nel frattempo il massaggiatore del Castelfiorentino ha provato a rianimare mio figlio e che poi è scesa una spettatrice dagli spalti, che lavora come infermiera per dare una mano. Il defibrillatore – aggiunge Sandro Giani – c’era ma è stato usato solo dal medico trasportato dalla seconda ambulanza. Si può morire così?».


La Asl fiorentina ha spiegato che l’ambulanza è arrivata in otto minuti. Il regolamento Figc impone la presenza di un medico o di un’ambulanza a bordo campo. Sandro Giani sostiene che non ci fosse né uno né l’altra. La società in cui giocava il figlio invece nega e sostiene che i medici a bordo campo c’erano, come riporta il Corriere della Sera. Ma secondo i testimoni e lo stesso Sandro Giani, questa informazione non avrebbe riscontri. Ad assistere alla gara c’erano il padre e la madre Debora, oltre che il nonno Loriano di 86 anni e la fidanzata Stefania.


Leggi anche: