Europee, la Lega abbraccia (ancora) l’associazionismo dei ciechi. La presentazione del libro di Salvini nello storico istituto milanese riapre il caso

Gli addentellati tra il Carroccio e i vertici dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti tornano alla ribalta in prossimità del voto dell’8 e 9 giugno

Una storia di fratture interne all’Unione italiana ciechi e ipovedenti, l’Uici. Una storia che interseca la magistratura civile, il ministero del Lavoro e la politica. Ed è stata proprio la politica, un anno e mezzo fa, a far deflagrare la tensione nell’onlus ultracentenaria, una delle più antiche di Italia. Quando Matteo Salvini decise, nel 2022, di candidare il presidente dell’Uici, Mario Barbuto, nel collegio senatoriale di Palermo, diversi membri e dirigenti dell’associazione insorsero. Da quel momento, una raffica di querele, procedimenti e sanzioni disciplinari ha irrimediabilmente scosso le fondamenta associative. Un componente della direzione nazionale è stato sospeso per quattro anni, sei membri dell’Uici hanno fatto ricorso in tribunale contro una governance definita «fuori dalla legalità». La polemica si riapre in questi giorni perché la Fondazione istituto dei ciechi di Milano ha deciso di ospitare, il 25 aprile, la prima presentazione del libro di Salvini, Controvento. Agli addentellati tra vertici dell’associazionismo dei ciechi e Carroccio si aggiunge la scelta singolare della data: pochi passi dal palazzo di via Vivaio, in contemporanea, sfilerà il corteo per la festa della Liberazione. Nella giornata simbolo della cacciata nazifascista dall’Italia, Salvini farà una sorta di lancio della sua campagna elettorale per l’Europee.


La Sala Barozzi, pregiatissimo salone che funge da teatro, «è stata regolarmente affittata dalla Lega» e ciò è permesso a qualsiasi forza politica, spiega la Fondazione. Tuttavia, «la presentazione del libro in quella sala è un fatto politico decisivo di questa fase della campagna elettorale», denuncia a Open Giuseppe Lapietra. Già membro della direzione nazionale dell’Uici, ha subito un tentativo di ostracismo interno per aver attaccato pubblicamente le manovre politiche del presidente Barbuto. «Non è un caso che Salvini abbia scelto l’Istituto dei ciechi di Milano». Da statuto, l’Uici deve essere apartitica e aconfessionale, eppure «dopo un anno e mezzo dalla candidatura di Barbuto, si torna a offrire l’immagine dell’associazione alla campagna elettorale leghista». L’intreccio fra Fondazione istituto dei ciechi di Milano è Uici è solido. Rodolfo Masto, presidente della Fondazione, è anche consigliere nazionale dell’Uici. Barbuto, presidente dell’Uici dal 2014, è stato a sua volta membro del cda della Fondazione. Un duo che si incrocia anche in altre realtà dell’associazionismo dei ciechi e al quale, afferma Lapietra, si aggiungerebbe un’altra figura di spicco, Nicola Stilla.


«Da tempo il trio Masto-Barbuto-Stilla ci ha compromessi con i propri evidenti spettacolari azzardi partitici. In una fase tanto drammatica per le nostre associazioni, flirtare con quella componente antieuropea della politica italiana, esponente di punta del raggruppamento sovranista estremo, crea un danno a noi non vedenti e alle nostre famiglie». L’abbraccio tra Salvini e associazioni rappresentative delle persone con disabilità visiva sembra stridere soprattutto se si parla di elezioni europee. La Lega è capofila del gruppo Identità e democrazia, nelle cui fila siedono i tedeschi di Alternative für Deutschland. Il loro leader in Turingia, Bjoern Hoecke, meno di un anno fa, si è scagliato contro l’«ideologia inclusiva» nelle scuole. «I progetti ideologici, ad esempio dell’inclusione, non permettono ai nostri studenti di avanzare. Non li rendono più efficienti». Anzi, sono «fattori di stress da eliminare dal sistema educativo». La stampa di mezzo mondo ha accusato Hoecke di propagandare teorie naziste sull’eugenetica, alludendo alla formazione di classi separate per gli studenti con disabilità. Il leghista Claudio Borghi ha provato a scagionarlo: «Si riferiva all’immigrazione, con il fenomeno non trascurabile di molte classi in cui i madrelingua sono ormai in minoranza».

Ma è stato lo stesso leader di Alternative für Deutschland, con dei post precedenti, a confermare che le sue esternazioni sobillavano l’idea di classi separate per alunni con disabilità: «Per le mie critiche al “progetto ideologia inclusione” ho ricevuto una dura disapprovazione da parte dei media, tuttavia la mia argomentazione si basa sull’esperienza: a seconda del tipo di disabilità, la scuola regolare è semplicemente sovraccarica per riuscire a soddisfare le esigenze di apprendimento degli studenti. L’inclusione a tutti i costi spesso serve più all’ambizione dei genitori e dei pedagoghi che agli interessi dei disabili». La Lega, dunque, proverebbe a tenersi stretti due alleati – uno in Germania e l’altro individuato nell’associazionismo dei ciechi – i cui interessi carambolano. «Ho subito querele, ma continuerò a battermi per il rientro nella legalità della vita associativa. Barbuto si è candidato con la Lega nel momento in cui, da presidente, era il rappresentante legale dell’Uici. Il rappresentante legale di un’associazione che all’articolo 1 comma 4 prevede l’apartiticità. Qualsiasi libero cittadino ha diritto di esercitare i propri diritti politici, però non deve entrare in collisione con il ruolo che ha in un’associazione. Barbuto, nel 2022, si inventò questo istituto dell’auto-sospensione, che non esiste nello statuto. Si è auto-sospeso lasciando, per altro, il comando alla vicepresidente dell’Uici, indicata dal presidente. Sa chi è? Linda Legname». Sul suo nome si era espresso anche Vincenzo Zoccano, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri e consigliere nazionale dell’Uici: «Legname risulterebbe, fino a smentita dell’interessato, essere la compagna e convivente di Barbuto. Se così fosse, sarebbe in palese conflitto di interessi».

Dopo la parentesi dell’auto-sospensione, non essendo stato eletto, Barbuto ha ripreso le redini dell’associazione. Eppure, in un’intervista a Vita, nelle vesti di candidato della Lega e presidente Barbuto garantì: «Non rimarrò presidente dell’Uici, indipendentemente dal risultato elettorale». Lapietra oggi ha 71 anni ed è iscritto all’Uici da quando ne aveva 7. «Per 65 anni mi sono dedicato a questa associazione, continuerò a farlo nonostante i vertici mi abbiano denunciato per diffamazione». Una querela «temeraria» per delle dichiarazioni rilasciate da Lapietra a Radio radicale. «Barbuto, dopo la sconfitta elettorale, non solo ha smentito la promessa fatta in campagna elettorale di non restare presidente, ma è tornato calpestando il pavimento dell’associazione che gli si era rivoltata contro con delle scarpe chiodate. Quando ad agosto 2022 gli feci dei rilievi, ovvero di non abusare della sua posizione per non influire sui soci, mi minacciò di portarmi in tribunale. Il 26 settembre emerse la sua sconfitta nelle urne, il 27 settembre questo signore ha depositato una querela nei miei confronti». Perché il ministero del Lavoro, competente in materia di regolamentazione delle associazioni, non è intervenuto? «Sono andato io personalmente a Roma per sollevare la questione al ministero, ma il caso non sembra interessare, vista la consonanza politica degli interessati». E conclude: «Dopo un anno e mezzo, è assurdo che la questione Salvini torni a scuotere l’Uici, di nuovo per fini elettorali. Basta con questi ammiccamenti tra ciechi e leghisti».

Leggi anche: