«Se vuole che liberiamo suo figlio, deve pagare»: la truffa agli anziani torna a colpire. Ma un imputato racconta: «Sono stato costretto dagli usurai»

Condannato a 8 mesi di reclusione dal Tribunale di Roma, il 26enne di Napoli nelle precedenti udienze si era detto vittima di un ricatto. E sul meccanismo è stata avviata un’inchiesta

Tutte le truffe sono odiose, ma alcune sono più odiose delle altre. E sono quelle commesse ai danni dei soggetti più vulnerabili, come gli anziani. Spesso invalidi, ancor più spesso soli, vengono costretti a spogliarsi dei risparmi di una vita. I malviventi fanno leva sui loro affetti più cari, e ormai sembrano aver collaudato un copione di straordinaria efficacia. «Signora, suo figlio è qui con noi. Possiamo liberarlo solo se ci consegna questa somma». Questo, a grandi linee, è quello che viene intimato telefonicamente. Le vittime, in stato di agitazione per il destino del proprio parente, acconsentono subito a consegnare quanto richiesto. Questo è anche quello che è successo a una anziana di Roma, residente in zona San Giovanni. Convinta che suo figlio fosse in pericolo, trattenuto con modalità non meglio definite, per liberarlo ha consegnato 250 euro e tutti i gioielli che custodiva nella sua abitazione a un giovane, originario di Napoli. Che oggi è stato condannato dal giudice di Piazzale Clodio a 8 mesi di reclusione e al pagamento di 400 euro di multa. Quello che ha raccontato nelle precedenti udienze, però, getta una nuova luce sulla dinamica con cui questa tipologia di truffe, sempre più comune, viene eseguita.


Il racconto

Il 26enne ha infatti spiegato di esser stato un semplice esecutore. Davanti ai giudici è scoppiato a piangere a dirotto, affermando di «voler abbracciare la signora» a cui aveva sottratto i beni. Ha spiegato di aver portato a termine un ordine, ritirando il denaro e i gioielli. E di essere stato «costretto» a farlo. L’organizzazione retrostante questo genere di raggiri, infatti, non sembra orizzontale. I criminali non sarebbero parte di piccoli nuclei auto-organizzati, ma la base di una piramide. «Avevo debiti di gioco, ero finito nella morsa degli usurai. Venivano tutti i giorni a casa mia per riscuotere i soldi. Ho iniziato ad aver paura per me e per la mia famiglia. Per uscire da questa situazione ho iniziato a obbedire a quello che dicevano», ha raccontato l’imputato.


Il fenomeno

Solo un modo per giustificarsi o qualcosa di più? Lo diranno le indagini: la pista di un vero e proprio «racket» dietro le truffe agli anziani è già oggetto di ulteriori approfondimenti da parte degli investigatori. Nel frattempo, il fenomeno è sempre più esteso. I dati più aggiornati ci dicono che nel 2022 le truffe agli over 65 sono state 25.825. Un aumento del 6,1% rispetto all’anno precedente. Che a sua volta aveva portato a registrare un incremento del 13,3% rispetto al 2021. La fascia di età 65-70 costituisce infatti la più interessata dalle truffe, mentre le Regioni più colpite sono Lombardia, Campania, Lazio, Emilia Romagna e Veneto.

Come difendersi

Come specificato dall’apposito report del Ministero dell’Interno, «l’anziano che subisce una truffa sopporta un doppio danno (c.d. vittimizzazione secondaria). Ovvero quello economico e quello, più grave e difficile da superare, di natura psicologica». L’Arma dei Carabinieri ha individuato e condiviso alcune strategie per difendersi da queste truffe. Si consiglia innanzitutto di diffidare dalle apparenze, vale a dire non concedere fiducia agli sconosciuti. Anche quando si presentano molto cordiali e premurosi.

Mai consegnare denaro

Non bisognerebbe nemmeno aprire la porta di casa, se non si conosce chi sta bussando. Ricordando che, solitamente, un funzionario del Comune o delle Poste, un incaricato dell’Inps o dell’Inail, un tecnico del gas o della luce non si presenta a casa vostra senza preavviso. Non ci si deve fidare neppure se esibiscono un semplice tesserino. Le forze dell’ordine si presentano infatti in divisa e con auto di servizio. Bisogna anche evitare di effettuare pagamenti in contanti. Piuttosto proponete un bollettino postale: «avrete conferma della società che vi ha offerto il prodotto e la garanzia dell’avvenuto vostro acquisto presso di essa». E soprattutto: mai consegnare denaro a chi lo chiede per aiutare un vostro presunto familiare in difficoltà. Il consiglio è piuttosto quello di rivolgersi a una persona di fiducia che aiuti a far luce sulla situazione, sventando le eventuali truffe dei malintenzionati.

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