Clima, il lato positivo degli eventi estremi: aiutano le energie rinnovabili, che crescono in tutto il continente – Il rapporto dell’UE

Il Report sullo stato del clima europeo spiega che nel continente aumentano le morti per caldo. Ma le energie da fonti alternative superano stabilmente quelle prodotte da fonti fossili

Come sta il clima dell’Europa? Male. Eppure un barlume di speranza si vede. La peggiore tra le cattive notizie è che in Europa si muore di caldo. Il numero di regioni che registrano decessi legati alle alte temperature è raddoppiato negli ultimi vent’anni e il trend non accenna a interrompersi nel 2023. L’Europa infatti si scalda a una velocità quasi doppia rispetto a tutto il mondo. Questo è il dato principale che emerge dal nuovo rapporto sullo Stato del clima europeo nel 2023, pubblicato il 22 aprile. Nel report, sono molti altri i segnali di allarme, a cui però si associano alcune buone notizie frutto della politica europea e, paradossalmente, anche degli eventi estremi avvenuti nel corso dell’anno. La migliore di queste è che la quota di energia prodotta dalle rinnovabili è in continuo aumento senza che debba essere sacrificata la produzione industriale, anch’essa in salita, seppure di poco, al contrario dei consumi energetici, ormai ai livelli del 2001.


L’aumento della quota di energie rinnovabili

Infatti, i forti fenomeni temporaleschi che durante l’autunno del 2023 hanno colpito diverse aree del continente, non hanno solo causato alluvioni e disagi come quelli vissuti in Toscana, ma anche un incremento della quota di elettricità prodotta dall’eolico. Inoltre, se da un lato le alte temperature continuano a fondere nevi e ghiacciai montani – che lo scorso anno hanno perso il 10% del loro volume – l’apporto idrico che ne deriva si è sommato a precipitazioni del 7% sopra la media portando più acqua alle centrali idroelettriche. Il poco sole nell’Europa Centrale è stato compensato da un anno molto soleggiato nei Paesi del bacino del Mediterraneo e in quelli scandinavi assieme alla Finlandia. La quota di energia prodotta da fonti rinnovabili ha così superato per la seconda volta quella dell’elettricità prodotta da fonti fossili attestandosi al 43%. Lo stesso era accaduto lo scorso anno, quando lo stesso dato era il 36%.


L’eolico supera il gas per la prima volta

Per la prima volta da quando vengono effettuate le misurazioni, l’energia prodotta dal vento ha superato quella del gas. Quest’ultimo, assieme al carbone, che dal 2016 ad oggi ha dimezzato la propria quota, è stato protagonista di un crollo nell’ultimo anno, compensato da idroelettrico e solare, e non – come si temeva – da un incremento della quota del metano. Il nucleare si mantiene stabile come la singola fonte energetica più utilizzata. Nel complesso, nel 2023 le emissioni sono state del 19% minori rispetto a quelle del 2022 e del 46% minori rispetto al 2007, quando raggiunsero il proprio picco.

Il calo della domanda energetica

Si è anche verificato un calo della domanda assoluta di energia, che nel 2023 è stata del 3,4% minore rispetto all’anno precedente, e del 6,4% minore che nel 2021, portandosi intorno ai livelli del 2001. La diminuzione, si legge nella European Electricity Review del 2024, è dovuta principalmente a una minore richiesta dal comparto industriale, responsabile del 38% del calo, a temperature invernali miti e a interventi di efficientamento energetico. La produzione industriale complessiva è cresciuta dell’1% tra il 2023 e il 2021, ma si è ridotta nel settore petrolchimico, metallurgico e cartario, tutti e tre avidi di gas, il cui prezzo è cresciuto vertiginosamente dallo scoppio della guerra in Ucraina.

In 20 anni +30% di morti per il caldo

Il 2023 è stato caldissimo. In base al sistema di monitoraggio, il primo o secondo anno più caldo mai registrato. Undici mesi dello scorso anno sono stati più caldi della media – con solo maggio a fare eccezione, lievemente sotto la media – e settembre è stato il più caldo di sempre. I tre anni più caldi registrati in Europa si sono tutti verificati a partire dal 2020 e i dieci più caldi dal 2007. I giorni con stress da caldo sono aumentati moltissimo in tutto il continente. Basti pensare che a Milano, i giorni con temperatura superiore ai 32 gradi sono passati da 8 all’anno nel 1988, a 29 del 2023. Si prevede che nel 2068 saranno almeno 45 all’anno.

L’Europa si scalda a velocità doppia rispetto a tutto il pianeta

Come da tempo avvertono gli esperti, il rapporto sottolinea che il continente è un hotspot del riscaldamento globale. La temperatura media europea dell’ultimo quinquennio è cresciuta di 2,3 gradi rispetto all’età preindustriale, mentre quella globale di 1,3. L’Europa, quindi, si scalda a velocità quasi doppia rispetto a tutto il pianeta. Con le temperature sono aumentati i decessi legati ad essi in praticamente tutto il continente: secondo la stima ufficiale nel 94% delle regioni europee. Nel nel 2023 i morti per il caldo sono stati il 30% in più rispetto a quanti erano 20 anni fa. Ogni anno, infatti, in tutto il continente si registrano tra 50 mila e 75 mila decessi legati al calore eccessivo.

Gli incendi, i mari bollenti, i danni economici

Il caldo ha favorito gli incendi, particolarmente gravi nelle regioni subartiche, dove l’area bruciata è stata la seconda più ampia da quando viene misurata. L’aumento della temperatura del 2023 è legato in parte al fenomeno naturale di El Niño, che ha portato al riscaldamento dei mari intorno all’Europa, i quali in molte aree non sono mai stati così caldi. Si prevede che entro fine 2024 il ciclico fenomeno meteorologico cesserà per lasciare spazio alla più fredda La Niña, con cui si alterna ogni di 3-5 anni. Dal punto di vista economico, gli eventi meteorologici estremi hanno provocato oltre 13 miliardi di euro di danni. L’anno scorso in Europa sono morte 63 persone a causa di tempeste, 44 per inondazioni e 44 per incendi. A incrementare, come ampiamente previsto negli anni passati, non sono state solo le temperature ma anche la variabilità degli eventi meteorologici.

Dal caldo al freddo in un attimo

Si legge infatti nel rapporto: «Nell’Europa nord-occidentale si è sperimentato il giugno più caldo mai registrato, mentre nelle aree mediterranee si sono registrate precipitazioni ben superiori alla media del mese. A luglio, questo schema si è quasi invertito. Ad agosto, l’Europa meridionale ha registrato temperature superiori alla media e settembre è stato il più caldo mai registrato per l’Europa nel suo complesso. Gran parte dell’Europa è stata colpita da ondate di calore durante l’estate prolungata e sia ad agosto che a settembre si sono verificati gravi eventi alluvionali. Al culmine dell’ondata di calore di luglio, il 41% dell’Europa meridionale è stato colpito almeno da “forte stress da caldo”, con potenziali impatti sulla salute».

In copertina: Foto 88808470 © Youjnii | Dreamstime.com

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