Nell’aula della Camera un grillino urla: «Non rompere i c…!». E il presidente Lorenzo Fontana resta di sasso: «Non è possibile…» – Il video

L’invettiva è apparsa integrale e senza censure nel verbale stenografico: un primato assoluto

Non collegato con un microfono, ma ben ascoltabile da tutti i presenti nell’aula di Montecitorio si è levato un chiarissimo «Non rompere i co..ni!». È accaduto nel pomeriggio di lunedì 29 aprile durante la discussione generale sul ddl autonomia, ma la cosa che rappresenta un primato assoluto è che l’invettiva è apparsa integrale e senza censure nel verbale stenografico della seduta pubblicato dalla Camera dei deputati. Il padre dell’invettiva è un deputato del M5s, Giorgio Fede, classe 1961, che ha così innovato la tradizione grillina evolvendo l’antico “vaffa”.


Lo choc provato dal presidente dell’assemblea, il leghista Lorenzo Fontana

L’invettiva ha gelato il povero presidente della Camera Lorenzo Fontana (Lega) che stava presiedendo l’assemblea e ha balbettato più volte «Non è possibile… non è possibile… non è possibile…». Poi è riuscito a continuare: «onorevole Fede, onorevole Fede! Non è possibile quello che ha detto l’onorevole Fede, ripeterlo in aula!». Tanta animosità per altro era legata a un fatto di non particolare emozione. Poco prima aveva preso la parola la leghista Simona Bordonali, che sotto una giacca aveva ben visibile una t shirt verde con la scritta “Vento del Nord”. Il deputato del Pd, Arturo Scotto, aveva protestato chiedendo l’intervento della presidenza per fare allacciare la giacca della deputata in modo da non rendere visibile la scritta. E Fontana l’ha fatto richiamando la Bordonali più volte finché non si è allacciata la giacca oscurando il “vento del Nord”. Ma non è bastato. La grillina Vittoria Baldino è voluta intervenire per rimarcare l’episodio riaccendendo così le polemiche che si erano ormai spente. Sui banchi accanto a lei c’era Fede che si è scaldato rivolgendosi proprio a Fontana, ricordando con furia che in occasioni simili i deputati grillini erano stati sanzionati, e invocando analogo provvedimento per la Bordonali. Qui l’audio dell’aula si perde, ma è il momento del «Non rompere i co…ni!». Rivolto a chi? Anche questo è un mistero, e se qualcuno degli spettatori è arrivato ad immaginare fosse addirittura una dedica brusca allo stesso Fontana, l’invettiva in realtà era rivolta verso i banchi di Fratelli di Italia.. In ogni caso la vicenda non si è spenta, e ora la maggioranza chiede una sanzione per il deputato M5s in ufficio di presidenza.


Chi è l’uomo delle invettive che ha scatenato la tempesta

Fede è stato eletto alla Camera in questa legislatura, perdendo il collegio uninominale ma passando grazie al proporzionale nella sua Regione, le Marche. Ha alle spalle però già una legislatura essendo stato eletto in Senato nel 2018, l’anno del boom elettorale del Movimento 5 stelle. Prima di scendere in politica Fede si è diplomato ragioniere, poi si è iscritto ad Architettura senza però finire gli studi. Nel 1987 è stato assunto come funzionario tecnico nel comune natale di San Benedetto del Tronto, diventando istruttore tecnico direttivo. Il primo passo in politica risale al 2008 quando è stato eletto presidente del comitato del quartiere Sant’Antonio, il più popoloso del suo comune.

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