Ilaria Salis ai domiciliari, l’appello del padre ai giornalisti: «Non venite fuori dal carcere, temiamo per la sua sicurezza»

La 39enne potrà uscire dall’istituto penitenziario con braccialetto elettronico ma la famiglia vuole mantenere segreto il luogo dove si trasferirà

Non appena le autorità ungheresi forniranno le istruzioni per il pagamento e riceveranno l’intero importo della cauzione fissata dal giudice, Ilaria Salis potrà uscire dal carcere di Gyorskocsi Utca, dopo 10 mesi di detenzione preventiva, e proseguire la misura cautelare ai domiciliari a Budapest con braccialetto elettronico. Il cambio di strategia della famiglia Salis era avvenuto a febbraio, sull’onda dell’eco mediatica: fino ad allora infatti, aveva ammesso il padre, l’ipotesi non era mai stata considerata perché avrebbe significato per lui e la moglie trovare un appartamento e prendere residenza nella capitale ungherese «con il rischio di andare a fare spesa e incontrare i nazisti con le spranghe che ci aspettavano all’uscio di casa. Non ci sembrava una grande idea». Poi il giudice le aveva negato i domiciliari a fine marzo e ora è stato invece accolto il ricorso dei legali della 39enne. «Mi auguro che, attraverso i servizi segreti e le reti diplomatiche, possano garantire che la richiesta degli arresti domiciliari in Ungheria sia esente da qualsiasi rischio e pericolo», furono le parole di Roberto Salis per spiegare perché avessero cambiato idea. I timori per la sicurezza della figlia, accusata di aver aggredito degli estremisti di destra e per questo arrestata in attesa del processo, rimangono gli stesi per la famiglia. «Chiediamo a tutti i giornalisti di non presentarsi davanti al carcere dove è detenuta Ilaria perché ci sono forti timori per la sua sicurezza e quindi, quando uscirà, andrà nel suo domicilio in modo riservato», ha detto all’Ansa, «chiediamo a giornalisti che sono stati sempre sensibili e comprensivi di capire la situazione e di garantire la sicurezza a Ilaria e alle persone che sono a lei vicine».


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