Il posto fisso non conquista i giovani: la Pubblica Amministrazione perde dipendenti

Fanno eccezione Inps e Fisco, che pagano meglio: sono previste 170mila assunzioni l’anno. Ma basteranno solo a coprire chi va in pensione

«Il posto fisso è sacro!», intimava Lino Banfi a Checco Zalone mentre lo schiaffeggiava in Quo Vado. Sebbene, però, siano passati solo otto anni dall’uscita del film del comico pugliese, i nuovi lavoratori sembrano avere un approccio molto diverso: avrebbero perso il fascino per la Pubblica Amministrazione. Un disamore fotografato dai numeri: solo nei ministeri, si sono persi 40mila dipendenti nell’arco di dieci anni. Mentre i dati del conto annuale del Tesoro indicano che nei Comuni la perdita è stata di oltre 60mila addetti. E i concorsi pubblici non sembrano attrarre particolarmente i giovani (e meno giovani) alla ricerca di un’occupazione. Fanno eccezione Inps e Fisco, che pagano meglio: sono previste 170mila assunzioni l’anno. Ma basteranno solo a coprire chi va in pensione.


Nord vs Sud

In controtendenza rispetto al trend generale, la scuola ha visto crescere assunzioni e personale: nell’ultimo decennio il dato è passato da un milione a un milione e 200mila dipendenti. Ma ci sono anche lavori nella Pubblica Amministrazione che i giovani non vogliono fare più, dagli ispettori del lavoro agli impiegati nei municipi. Questi sono i dati riportati dal Messaggero, che cita l’ultimo conto annuale del Pubblico impiego della Ragioneria generale dello Stato. La mancata aspirazione alla confortevole stabilità garantita dal «posto fisso» non è l’unico dato che sfata i luoghi comuni: per esempio, risultano esserci più dipendenti statali al Nord che nel Mezzogiorno. Nel Settentrione, infatti, risultano lavorare nei municipi 5,83 persone ogni mille abitanti, mentre al Sud il dato si ferma a 5,34.


Il futuro

Il disinteresse nei confronti del posto pubblico, tuttavia, potrebbe essere solo un fenomeno momentaneo. La «decrescita infelice» degli ultimi anni, infatti, sembra aver già subito una battuta d’arresto nel 2023. Quando, secondo le stime della Ragioneria, per la prima volta nel decennio il personale pubblico è tornato ad aumentare. Si tratta di una flessione quasi impercettibile: nemmeno 50mila dipendenti su un totale di 3,2 milioni. Ma potrebbe diventare più significativa nel prossimo futuro: i dipendenti pubblici hanno un’età avanzata (l’età media si attesta attorno ai 50 anni). E, dopo anni di blocco del turn over, le assunzioni sono riprese. La domanda adesso è: basterà sostituire chi va in pensione per risolvere il problema della carenza degli organici?

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