Redditometro, i numeri del flop secondo Unimpresa: «Ecco perché non ha mai funzionato»

«Non è così che si combatte l’evasione», spiega la presidente di Unimpresa Giovanna Ferrara. Cosa emerge dai dati sugli accertamenti del fisco dal 2010 al 2022

La decisione del governo di reintrodurre il Redditometro rappresenta «un grave errore», che penalizza «i cittadini più deboli, le micro imprese e le partite Iva». È quanto afferma in una nota Giovanna Ferrara, presidente di Unimpresa. Secondo la confederazione di aziende, lo strumento a cui sta pensando l’esecuito viene presentato come un modo per combattere l’evasione fiscale, ma «rischia di trasformarsi in un accanimento del fisco contro chi è già in difficoltà». Secondo Unimpresa, insomma, il Redditometro non è la soluzione giusta. E per dimostrarlo, la confederazione di aziende ripercorre i risultati ottenuti in passato. «In 13 anni – rileva un documento del Centro Studi di Unimpresa – i controlli svolti dall’amministrazione finanziaria sui rapporti bancari dei contribuenti italiani sono stati meno di 100mila (84.155) e hanno consentito di individuare appena 7,2 miliardi euro di tasse non pagate».


Le esperienze del passato

Dal 2010 al 2022, stima il documento, sono stati fatti circa 6.500 controlli l’anno, con il numero di accertamenti che appare in forte calo negli ultimi anni. L’anno con il maggior numero di verifiche è il 2013 con 12.069 controlli effettuati, mentre il dato più basso (1.691) si riscontra nel 2021. L’anno con l’evasione maggiore scovata è il 2012, con 1 miliardo e 201 milioni, mentre il dato più basso, 115 milioni, si è registrato nel 2020, anno segnato indelebilmente dal Covid. «Considerando che il valore annuo complessivo dell’evasione fiscale si aggira attorno ai 100 miliardi di euro, le indagini bancarie consentono di accertare, nella migliore delle ipotesi, una quota di gettito nascosto di poco superiore all’1% del totale», si legge nel report. Dal 2010 al 2022, infatti, i controlli dell’amministrazione finanziaria sui conti correnti dei contribuenti italiani hanno consentito di accertare 7 miliardi e 245 milioni di euro di tasse non pagate.


Il pressing sul governo

Mentre non è chiaro il destino del Redditometro (la Lega ha presentato un ordine del giorno che impegna il governo a superare una volta per tutte lo strumento), Unimpresa sembra intenzionata a proseguire il pressing sul governo per scongiurare una reintroduzione della misura. «I controlli scellerati e a tappeto che potrebbero derivarne sono una minaccia per la serenità e la privacy delle famiglie italiane. Inoltre – commenta la presidente Giovanna Ferrara – un tale approccio non farà altro che alimentare l’invidia sociale, aumentando il divario tra chi riesce a evadere e chi, con fatica, cerca di rispettare le regole». Secondo la presidente di Unimpresa, c’è bisogno di un approccio «basato sul dialogo e sulla collaborazione tra fisco e contribuenti», affinché si arrivi a «soluzioni più giuste e sostenibili» e «costruire un sistema fiscale realmente equo e in grado di sostenere la crescita economica del nostro Paese».

Foto di copertina: Dreamstime/Gajus

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