«Se Spinelli non pagava, Toti rallentava le pratiche», i sospetti della procura sulle tangenti: i messaggi via intervista e la pace sullo yacht

Lo scambio di richieste e messaggi tra il governatore ligure e l’imprenditore, tra finanziamenti in ritardo e pratiche in sospeso. Secondo gli inquirenti di Genova, Toti usava un metodo scientifico per mettere alle strette chi tardava a pagare

Sarà interrogato lunedì 27 maggio Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’Authority portuale di Genova che dal 7 maggio scorso è in carcere a Marassi nell’ambito dell’inchiesta sul presunto giro di mazzette in Regione Liguria. Sarà un tappa cruciale per gli inquirenti che puntano a chiarire quello che viene considerato il modus operandi scientifico di Giovanni Toti nei rapporti con gli imprenditori coinvolti anche negli appalti dell’area portuale. Secondo una fonte investigativa citata dal Secolo XIX, il metodo del governatore della Liguria sarebbe «lo specchio di un vero e proprio sistema correttivo con al centro Toti».


Il meccanismo Toti

Per gli inquirenti genovesi, il meccanismo applicato dal governatore della Liguria, ai domiciliari dal 7 maggio, prevedeva che se un imprenditore finanziava il suo partito, lui si attivava in tutti i modi per aiutarlo. Ma se i finanziamenti promessi non arrivavano o ritardavano, scattava una sorta di vendetta o veniva recapitato all’imprenditore un messaggio, anche per vie traverse, per metterlo in guardia. Come ricorda La Stampa, sotto la lente degli investigatori ci sarebbero anche delle interviste rilasciate ad arte per mandare segnali ai diretti interessati. E poco conterebbe che Toti, nell’interrogatorio fiume, abbia ammesso che quelle azioni devono essere considerate «attività istituzionali».


Le richieste sullo yacht

Quando il 1 settembre 2021 Toti va a trovare l’imprenditore Aldo Spinelli, anche lui ai domiciliari, sul suo yacht «Leila» usato di fatto come ufficio, ci sono due favori richiesti al governatore ligure: occuparsi della vicenda della spiaggia di Punta dell’Olmo, che vorrebbe annettere a una sua proprietà, e la proroga della concessione del terminale Rinfuse nel porto di Genova. Toti davanti ad Aldo e il figlio Roberto, anche lui indagato, chiama Spinelli. E all’imprenditore poi chiede dei soldi. Una richiesta che sarebbe emersa in più occasioni nelle intercettazioni e che ammette «gli facevano comodo» in vista delle elezioni di Savona, secondo gli inquirenti. Ma Spinelli non paga finché non vede la pratica approvata.

La pratica Rinfuse rinviata e il rallentamento in attesa dei finanziamenti

Quel ritardo avrebbe indispettito Toti, ricostruiscono gli inquirenti. E il 9 settembre 2021 torna a chiede il finanziamento a Spinelli: «No ti dimenticare di me», gli scrive. Ma l’imprenditore risponde: «No, appena c’è il comitato che va in porto stai tranquillo all’indomani…». Il 17 da Toti partiva un altro sollecito: «La tua roba la discutono il 29, ricordati che io sto aspettando una mano». Davanti ai pm, Toti ha spiegato che quella era solo una «captatio benevolentiae». Il 29 però il comitato portuale rinvia la decisione, quella sera solo yacht era anche prevista una cena di festeggiamento. E Spinelli infuriato il giorno dopo si presenta in Regione. Di quella circostanza, Toti diceva di non ricordare i dettagli: «Penso abbia voluto incontrarmi per farmi le sue rimostranze sull’esito della pratica». Dopo quella visita di Spinelli, Toti sollecita il sindaco di Genova, Marco Bucci, a «raddrizzare» Giorgio Carozzi, che fa parte del board del porto come rappresentante del Comune. E secondo gli inquirenti avrebbe fatto anche pressioni su Andrea La Mattina, che in quel board rappresenta la Regione. Il 29 ottobre, un mese dopo il rinvio della pratica sul terminal Rinfuse, Spinelli accoglie sul suo yacht l’ex governatore ligure Claudio Burlando e altri esponenti del Pd. A quel «pranzo della lasagna» l’imprenditore racconta come Toti si sia lamentato di aver perso le elezioni a Savona per il mancato finanziamento. Il giorno dopo il governatore ligure torna alla carica sui soldi: «Comunque per Savona non ho visto nulla». Ai pm Toti l’ha definita solo una battuta.

La ritorsione e la pace

Si arriva al 3 novembre quando, secondo gli inquirenti, Toti decide di vendicarsi con Spinelli. Nella chiamata a Signorini gli avrebbe quindi chiesto di rallentare la pratica Rinfuse: «Nessuno fa le corse». Il 13 novembre al Secolo XIX, Toti sembra lanciare un messaggio diretto a Spinelli, quando indica a otto anni il termine logico per la proroga della concessione del Rinfuse, mentre l’imprenditore ne chiedeva 30. Il 1 dicembre tra Toti e Spinelli sarebbe tornata la pace con un pranzo sullo yacht. Il giorno dopo la pratica Rinfuse viene approvata e il terminal viene consegnato all’imprenditore, che alla fine paga. L’8 e 9 dicembre partono quattro bonifici al comitato Giovanni Toti Liguria per 40 mila euro. Il 9 dicembre il governatore ligure lo ringrazia.

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