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L’addio di Toti getta il panico nelle due coalizioni. I candidati in pectore Rixi (Lega) e Orlando (Pd) tentati dal no

26 Luglio 2024 - 18:54 Sara Menafra
Le resistenze del viceministro leghista spingono verso un civico. A sinistra pressing su Andrea Orlando ma spunta qualche alternativa

Un atto talmente annunciato, le dimissioni di Giovanni Toti, che paradossalmente nessuna delle due coalizioni sembra pronta a lanciare la sfida per il futuro della Liguria. E questo sebbene negli ultimi giorni il governatore ai domiciliari per una inchiesta che lo vede accusato di corruzione abbia dato vari segnali di irrequietezza, a partire dalla scelta di annullare l’atteso vertice con Matteo Salvini.

Le mosse della Lega e le alternative

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini e il viceministro Edoardo Rixi ANSA/ DINO FERRETTI

Secondo alcune ricostruzioni, sono state proprio le mosse della Lega a convincere Toti al passo indietro (che potrebbe evitare il rischio election day con l’Emilia Romagna). Sebbene la Lega sia stata il partito che più l’ha difeso, il governatore si aspettava che il leghista Edoardo Rixi accettasse la candidatura lasciando anche a disposizione il collegio ligure. E in effetti anche Salvini vorrebbe che Rixi si mostrasse possibilista. C’entrano le prossime spartizioni per le Regionali: per il leader del Carroccio è fondamentale mantenere il candidato in Lombardia, anche a costo di sacrificare quello in Veneto che, senza Luca Zaia, è una sfida più difficile per la Lega. Se in Liguria corresse un leghista sarebbe nelle cose che il Veneto andasse ad altri nella coalizione, quasi certamente Fratelli d’Italia, per mantenere l’assetto esistente in Lombardia. Il problema è che Rixi sta dicendo dei no molto netti, adducendo tra i motivi il fatto che l’inchiesta Toti l’ha sfiorato, sebbene senza trovare nulla di penalmente rilevante. Salvo una decisione dall’alto di Salvini, la discussione nella coalizione dovrà riaprirsi.

Le idee di Forza Italia o l’ipotesi civico

La sede dell’Universita’ di Genova di via Balbi 5. Genova, 13 maggio 2022. Genova, 13 maggio 2022 ANSA/LUCA ZENNARO

Fratelli d’Italia sembra essersi tirata fuori dalla sfida fin da subito (e la sua difesa di Toti è stata comunque la più tiepida, con la premier Meloni che aveva parlato solo del suo diritto di difendersi) mentre Forza Italia potrebbe provare a lanciare dei nomi, ad esempio quello di Carlo Bagnasco, sindaco di Rapallo, coordinatore regionale del partito e amico personale della famiglia La Russa. Più difficile pescare proprio nella lista Toti, vista l’indagine in corso, sebbene l’assessore regionale Marco Scajola sia apprezzato da più parti. C’è quindi l’idea che potrebbe prevalere, di scegliere un civico. Si fa il nome del sindaco di La Spezia, Pierluigi Paracchini, ex sindacalista della Cisl, ed è stato sondato – per ora senza buoni esiti – il rettore dell’università di Genova, Federico Delfino.

La difesa di Toti

In ogni caso e in attesa di nuove decisioni, oggi il centrodestra si è mostrato compatto. “Sono certo che tra alcuni anni parleremo di questa storia come di un esempio di evidente disequilibrio tra poteri – dice Alessandro Cattaneo, vice coordinatore di Fratelli d’Italia – in cui la giustizia ha avuto troppo peso rispetto alla politica. Toti è stato costretto a dimettersi”. “La Lega non si fa intimidire e i cittadini sapranno rispondere democraticamente riconfermando il centrodestra che ha rilanciato la Regione da tutti i punti di vista”, dice una nota del Carroccio.

E a sinistra?

Elly Schlein con Andrea Orlando ANSA/ANGELO CARCONI

Si potrebbe pensare che almeno l’opposizione vista l’indagine aperta quasi tre mesi fa sia già pronta ad agire. In realtà anche da queste parti c’è ancora una certa confusione. Il nome più forte in campo è quello dell’ex ministro Andrea Orlando che è il leader di fatto del partito nella regione ed ha anche sostenuto la campagna della segretaria Elly Schlein. Per l’opposizione la Liguria potrebbe essere il primo test di una coalizione che includa da Italia Viva a Avs, passando per i Cinque stelle (sebbene molti a cominciare da questi ultimi siano riluttanti ad un accordo con l’arcinemico Matteo Renzi) e Orlando non dispiace a nessuno. E’ lui però che non sembra entusiasta di accettare una sfida che lo riporterebbe alla politica locale e per di più in una situazione complicata da gestire. E quindi? E’ possibile che sia costretto a cedere, anche per le responsabilità di partito che ha, oppure ci sono alcuni nomi locali più o meno noti a livello nazionale. Difficile che la scelta cada sul sindaco di Savona, Marco Russo, o sulla 5 stelle Tiziana Beghin. Un nome forte, ma molto schierato a sinistra, è quello del sindaco di Bogliasco, Luca Pastorino, anche se alcuni dicono che sarebbe ancor più popolare Gianni Pastorino, consigliere regionale e a capo di una lista di sinistra, che però è pure lui contrario al dialogo con Italia Viva. Dunque, anche da queste parti, se davvero Orlando non cedesse al pressing, potrebbe spuntare un civico a sciogliere le tensioni.

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