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Come per Yara: anche nel caso di Sharon Verzeni chiesto il test del Dna ai residenti vicini al luogo dell’omicidio

15 Agosto 2024 - 07:45 Redazione
Sharon Verzeni
Sharon Verzeni
Chiesto il tampone a chi vive in via Castegnate e vie limitrofe. Il cellulare della donna ha registrato un'attività importante la sera del delitto. Attesa per i campioni prelevati dal corpo della 33enne, analizzati dai Ris di Parma

Come è stato per il caso di Yara Gambirasio, anche qui si giocherà la carta genetica per far luce sull’omicidio di Sharon Verzeni, la 33enne accoltellata per strada, a Terno d’Isola, durante la sua passeggiata serale. Secondo quanto riporta l’Eco di Bergamo il Ris di Parma sta recuperando le tracce repertate sul corpo e sui vestiti della barista di 33 anni. E gli investigatori hanno cominciato a profilare decine di uomini e donne, tra cui anche non pochi residenti di via Castegnate e di qualche strada limitrofa. «Hanno fatto il tampone del Dna a mia moglie e anch’io mi sono sottoposto quando i carabinieri me l’hanno chiesto – racconta un abitante al quotidiano -. Per il test siamo andati in caserma. Nessun problema per me, non ho nulla da nascondere. Anzi, ben vengano questi controlli. So che sono stati convocati molti che abitano in via Castegnate». Stessa zona, stesso modus operandi. A pochi chilometri dal paese in cui è stata accoltellata la 33enne fu trovato nel 2011 il corpo della giovanissima Yara Gambirasio. Giaceva in un campo a Chignolo d’Isola, che da qui dista due chilometri e mezzo e 4 minuti in auto, e su di lei fu repertato il dna di Ignoto 1, poi – dopo quasi tre anni e mezzo – associato a Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato all’ergastolo in via definitiva. Al tempo si repertarono oltre 22mila campioni di Dna.

Rimane solida la versione di Sergio Ruocco

Per il momento la Procura indaga per l’omicidio senza nessuno iscritto nel registro degli indagati. Il compagno della vittima, Sergio Ruocco, è stato nuovamente sentito dagli inquirenti come persona informata sui fatti. Da quella sera però non dormirebbe più a casa dei suoceri, riporta oggi il Messaggero citando l’Eco di Bergamo. Le telecamere finora confermano la sua versione. La sera del delitto era a casa a dormire. Nel mentre gli investigatori monitorano i video di cinquanta dispositivi alla ricerca dell’omicida che si sarebbe dileguato senza lasciare tracce. Nelle cinque ore di confronto – spiega l’Eco di Bergamo – i carabinieri con lui hanno ripercorso la vita della coppia. Non sono emersi indizi di colpevolezza ai danni del compagno né di altre persone. Ma dal suo lungo racconto i militari sono emersi dettagli e informazioni che potrebbero rivelarsi utili per il prosieguo delle indagini. In particolare nella cerchia di relazioni amicali e professionali che, stando a chi indaga, sono degni di approfondimenti investigativi. «Io e mia moglie non siamo mai stati convocati dai carabinieri – rimarca al quotidiano Bruno Verzeni, il padre della vittima -. Mia figlia non aveva problemi. Era molto contenta dei rapporti con i compagni di lavoro».

Le tracce sullo smartphone di Sharon

Oggi Repubblica racconta un dettaglio che potrebbe rivelarsi molto importante per fare chiarezza sul giallo di Terno d’Isola: le analisi sul cellulare della vittima. Il telefono di Sharon Verzeni, in quella cinquantina di minuti di camminata, avrebbe generato traffico. Non è dato sapere se chiamate o messaggi. E quindi emerge l’ipotesi di un appuntamento, o più verosimilmente di una trappola. Resta una domanda, che risuona nella testa dei parenti, amici e compagno della 33enne: perché lei?

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