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Diagnosticata con un’indigestione, muore per occlusione intestinale: il caso di Francesca che mette nei guai (di nuovo) l’ospedale di Patti

15 Agosto 2024 - 10:48 Ugo Milano
La Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti sulla morte della turista 62enne

Francesca Colombo, 62 anni, originaria di Legnano (Milano), è morta a causa di una grave occlusione intestinale dopo essere stata inizialmente dimessa dal pronto soccorso dell’ospedale di Patti, in provincia di Messina. La donna, che si trovava nel piccolo comune siciliano per le vacanze con il marito Giuseppe Balletta, aveva iniziato ad accusare forti dolori addominali e si era diretta al pronto soccorso, dove è stata sottoposta ad alcuni esami, tra cui un prelievo di sangue e un elettrocardiogramma. Secondo quanto ricostruito finora, i medici l’hanno poi dimessa consigliandole di mangiare leggero, ritenendo che si trattasse di una semplice indigestione. Ma, nonostante le rassicurazioni del personale sanitario, la donna ha continuato a soffrire e dopo due giorni, lo scorso 9 agosto, è tornata in ospedale in condizioni critiche. Solo allora le è stata diagnosticata un’occlusione intestinale ed è stata immediatamente portata in sala operatoria per un intervento d’urgenza. Purtroppo, l’operazione non è riuscita a salvarle la vita.

La denuncia della famiglia

Il caso di Francesca è già un’inchiesta giudiziaria, con la Procura di Patti che ha aperto un fascicolo contro ignoti sulla sua morte. «Avrebbero dovuto diagnosticare l’occlusione intestinale 48 ore prima e intervenire tempestivamente. Non si può morire così. Non si può lasciare andare un paziente dolorante a casa, consigliando di mangiare brodini», sostiene il marito della donna che punta il dito contro la presunta «leggerezza o incompetenza» del personale sanitario che ha dimesso la moglie parlando di una semplice indigestione. Dal canto suo, il direttore sanitario dell’ospedale ha dichiarato che stanno raccogliendo tutta la documentazione medica relativa al caso per garantire alla magistratura la massima trasparenza e collaborazione.

Il precedente

Tuttavia, questo non è il primo episodio che mette nel mirino della malasanità l’operato dell’ospedale di Patti. Solo pochi giorni prima, la struttura era finita sotto i riflettori per aver utilizzato del cartone per immobilizzare la gamba fratturata di un ragazzo, invece delle stecche standard previste per gli infortuni. La foto del giovane avvolto nel cartone aveva fatto il giro del web, suscitando indignazione e mettendo in discussione la gestione della struttura sanitaria, al punto che la procura ha aperto un’inchiesta.

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