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Omicidio Verzeni, denunciato il sosia di Johnny Depp: «Finto testimone in cerca di visibilità»

28 Agosto 2024 - 19:14 Redazione
Fabio Delmiglio, sosia cinquantenne dell'attore Usa, aveva detto di aver incontrato la 33enne. Le indagini intanto continuano, si cerca l'arma del delitto

Si è inventato di aver conosciuto Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a coltellate la notte tra lunedì 29 e martedì 30 luglio, solo «per visibilità». E, ora, il sosia di Johnny Deep – Fabio Delmiglio, sosia cinquantenne dell’attore che abita a Brembate Sopra – è stato denunciato per «favoreggiamento personale». L’uomo si era presentato sabato scorso dai carabinieri sostenendo di aver incontrato Verzeni qualche giorno prima del suo omicidio, mentre si trovava all’interno del “Vanilla bar” di Brembate dove la donna lavorava come cameriera e di aver avviato con lei uno scambio di messaggi per ragioni di lavoro tramite un noto social network. Tuttavia, Delmiglio ha poi chiarito tramite la stampa di essersi confuso, negando di aver mai conosciuto Sharon Verzeni. Si era, infatti, inventato tutto «nella speranza di un possibile ritorno pubblicitario connesso alle interviste che sarebbero derivate dalla sua convocazione e audizione in caserma», come spiegato dai carabinieri in una nota. La testimonianza di Delmiglio è solo una delle tante raccolte dagli inquirenti, che continuano a indagare senza escludere nessun aspetto della vita privata della vittima.

L’arma del delitto

Intanto, le ricerche dell’arma del delitto – un coltello da cucina, oppure un grosso pugnale – da parte degli investigatori e di un gruppo di volontari esperti del “Museo Recuperanti” di Toscolano Maderno (in provincia di Brescia) armati di metal detector e calamite non hanno portato, almeno per il momento, ad alcun risultato. Dall’autopsia sul corpo di Verzeni era emerso che le coltellate erano state inferte in profondità e con una lama «importante». E oggi, mercoledì 28 agosto, alcune strade di Terno d’Isola sono state chiuse in base a un’ordinanza del sindaco Gianluca Sala proprio per consentire ai carabinieri della compagnia di Zogno, del comando di Bergamo e del nucleo investigativo provinciale di cercare l’arma – e anche qualsiasi altro elemento utile alle indagini – nei tombini, nelle siepi e nelle aiuole di via Castegnate e di diverse strade tutte intorno al punto in cui – all’altezza del civico 32 – Sharon è stata uccisa ormai più di un mese fa.

Ruocco: «Non abbiamo in mente un nome»

In mattinata era tornato a parlare con i giornalisti anche Sergio Ruocco, il compagno di Verzeni, che ha ribadito – intervistato da La Stampa e Repubblica – che l’assassino «non è qualcuno che conosciamo. Se avessimo in mente un nome lo avremmo detto subito ai carabinieri e, probabilmente, – ha continuato – tutto questo sarebbe già finito». Di ipotesi, ha aggiunto l’uomo, «ne abbiamo fatte mille ma non riusciamo a capire. Nessuno poteva volere del male a Sharon. Abbiamo pensato che l’abbiano scambiata per un’altra persona». Ruocco ha poi detto di aver ipotizzato che si sia trattato di un cliente del bar dove la 33enne lavorava «che può averle dato fastidio» anche se «non mi aveva mai detto niente del genere e io non l’ho mai percepito», ha concluso.

Foto copertina: ANSA/Stefano Rottigni | Fabio Delmiglio, noto sui social come il sosia di Johnny Depp

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