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Un’altra aggressione in un pronto soccorso: a Salerno dottoressa presa a calci e pugni da due donne. Interviene la polizia

13 Settembre 2024 - 21:55 Ugo Milano
Ambulanza
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L'aggressione all'ospedale Umberto I di Nocera: dalle parole si è passati alla violenza fisica. La vittima è in stato di shock

Continuano le aggressioni contro i medici nei pronto soccorso dopo i tristi fatti di Foggia. Questa volta la vittima è stata una dottoressa dell’ospedale Umberto I di Nocera (Salerno) colpita questo pomeriggio da due donne con calci e pugni. La professionista «aveva assunto una decisione clinica e necessaria per chiarire gli aspetti clinici che avevano portato la familiare della donna al pronto soccorso», fanno sapere dall’azienda sanitaria. Sul posto è intervenuta la polizia, allertata dalla direzione del nosocomio che ha voluto anche stigmatizzare il «gravissimo episodio». La dottoressa è ora in stato di shock.

L’aggressione

Non sono ancora chiari i contorni della vicenda e la polizia sta svolgendo le indagini. Ma secondo una prima ricostruzione due donne sarebbero passate dall’aggressione verbale a quella fisica nei confronti della dottoressa del pronto soccorso, sferrando calci e pugni. L’Azienda sanitaria ha sporto denuncia per «l’episodio dai tratti sconcertanti». Dall’ospedale fanno sapere che la professionista è «da sempre riconosciuta per la sua disponibilità e per l’attenzione alle esigenze dei pazienti». Oggi però è arrivata l’aggressione. «Restiamo sgomenti davanti a tali episodi ingiustificati di violenza contro chi s’impegna quotidianamente per assistere e curare le persone. Non si può restare in silenzio davanti a quello che è successo all’Ospedale di Nocera, come a qualsiasi altra aggressione al personale sanitario», ha sottolineato il direttore generale, Gennaro Sosto. Che ha rinnovato un appello al governo: «Auspichiamo in un rapido intervento legislativo che protegga il personale del Ssn. Siamo al fianco dei nostri professionisti, attiveremo ogni utile iniziativa per tutelare la salute e l’incolumità dei medici e degli infermieri dei nostri ospedali».

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