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Attacco alle basi Onu in Libano, il portavoce Unifil: «Quello di Israele è un atto deliberato». Tajani: «Vogliamo le scuse del governo Netanyahu»

10 Ottobre 2024 - 21:40 Alba Romano
L'allarme di Tenenti: «Questo conflitto non è fra due Paesi, ma sta diventando un conflitto regionale. È importante che ci sia una consapevolezza della pericolosità di quanto sta accadendo»

Dagli Stati Uniti, la Casa Bianca ha espresso forti preoccupazioni per le iniziative militari israeliane, in Libano, ai danni delle basi Onu. In un clima sempre più teso e che vede Benjamin Netanyahu isolato dalla comunità internazionale, anche il governo Meloni ha condannato pubblicamente le azioni di Tel Aviv, che hanno messo a repentaglio la sicurezza dei militari italiani arruolati nella missione Unifil. L’ambasciata israeliana a Roma ha provato a giustificarsi così: «Abbiamo raccomandato più volte ai soldati italiani di ritirare parte delle loro forze dall’area per ragioni di sicurezza, ma purtroppo la richiesta è stata respinta». E intanto, a Otto e mezzo su La7, il portavoce della missione Onu in Libano Andrea Tenenti ha confermato che non c’è l’intenzione di cedere la posizione: «Non ci siamo spostati adesso, non ci siamo spostati nel 2006 dalla Linea Blu. La risoluzione 1701 è ancora molto valida, ma ha bisogno della volontà dei Paesi».

«È importante che ci sia la presenza di più di 10.400 soldati da 50 Paesi: la nostra presenza rimane», ha aggiunto Tenenti. Per poi condannare gli attacchi di Tel Aviv, «un atto voluto, deliberato dell’esercito israeliano». Il portavoce dell’Unifil – le cui basi sono state colpite tre volte in meno di 24 ore – ha ricordato che la missione non ha mai previsto un confronto militare con Hezbollah per disarmarlo, ma di assistere l’esercito libanese e far sì che ci fosse una zona nel Sud del Libano senza armi. «La presenza – ha concluso Tenenti – è utile non solo per il monitoraggio che in questo momento è abbastanza limitato, ma anche per assistere la popolazione civile: ci sono ancora migliaia di persone bloccate nei villaggi, è importante portare assistenza a queste persone». Infine, l’allarme: «Questo conflitto non è fra due Paesi, ma sta diventando un conflitto regionale. È importante che ci sia una consapevolezza della pericolosità di quanto sta accadendo».

Tajani: «Aspettiamo le scuse dal governo israeliano»

Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, ha preteso le scuse del governo di Tel Aviv. Ai microfoni di Tg2 Post, ha affermato: «La situazione certamente è di grande pericolo, è inaccettabile quello che è accaduto nei giorni scorsi e quello che è accaduto anche stamani dove sono rimasti feriti due soldati indonesiani. E qualche giorno fa è stato sparato un colpo da un cannone contro un muro di cinta della base dove ci sono gli italiani. Il dato positivo, come dice l’ambasciata israeliana a Roma, è che è stata aperta un’inchiesta. Noi ora aspettiamo le scuse e le spiegazioni da parte del governo israeliano».

«Ho più volte sollecitato e ho chiamato anche il presidente israeliano Herzog e il ministro degli Esteri Katz per intervenire presso le forze armate affinché fossero tutelati i nostri militari, evidentemente non hanno ascoltato. Non è concepibile che si spari un colpo di mortaio contro una base dell’Unifil, che sta lì in modo indipendente, neutrale, soltanto per garantire la pace», ha aggiunto Tajani. «Se poi ci sono insediamenti di Hezbollah vicino alle base dell’Unifil bisogna fare molta attenzione a colpire le basi di Hezbollah e non quelle dell’Unifil, ma con la precisione che c’è oggi bisogna fare in modo che quello che è accaduto nei giorni scorsi non accada più», ha precisato il ministro degli Esteri.

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