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«Sembrava un demonio, ho avuto paura». Il racconto della madre di Samson dopo l’omicidio di Ilaria Sula

18 Aprile 2025 - 17:27 Stefania Carboni
mark samson madre interrogatorio
mark samson madre interrogatorio
Le parole di Nors Man Lapaz, indagata per concorso in occultamento di cadavere. «Ho visto una donna con la faccia a terra. Gli ho detto '"amore cosa hai fatto"?»

«Mi ha aperto la porta, la faccia di Mark non era la sua. Lui era rosso, tremava forte, da far paura, lui mi ha detto “non ho dormito, non ho mangiato…“. Lo diceva come fosse un demonio, ho avuto paura che facesse del male anche a me. Gli ho detto “calmati” e lui tremava e mi ha detto “mamma…mamma“». Queste le parole di Nors Man Lapaz, la madre di Mark Antony Samson, il 23enne che ha ucciso a coltellate Ilaria Sula a Roma, nel corso dell’interrogatorio reso il 7 aprile scorso in Questura. La donna è indagata per concorso in occultamento di cadavere. E, secondo quanto riporta Ansa, ha raccontato agli inquirenti quanto avvenuto il 26 marzo scorso nell’appartamento di via Homs, nel quartiere africano. «Ho visto una donna con la faccia a terra ( Ilaria Sula ndr). Gli ho detto ‘”amore cosa hai fatto“? E lui in filippino mi ha detto “se non lo facevo io ammazzavano me” come a voler dire che se non moriva lei sarebbe morto lui», avrebbe dichiarato la donna.

«Ma’ abbiamo una valigia grande?»

«Io non sono entrata nella stanza, Mark mi ha detto “no, mà, non entrare…“. Dopo Mark è venuto di nuovo da me nella mia stanza e mi ha chiesto ‘mà, abbiamo una valigia grande?“. Io gli ho indicato dov’era la valigia e lui l’ha presa», ha dichiarato la donna. «Poi dopo io sono andata in cucina, è venuto Mark e ha preso un’altra busta. Mark è venuto da me in cucina perché aveva già un’altra busta in mano. Poi mi ha chiesto un abbraccio. Io l’ho abbracciato. Lui non ha voluto avvisare suo padre».

«Ho aiutato mio figlio a pulire le macchie di sangue in casa»

In quello stesso interrogatorio la donna ammise di aver dato una mano al figlio a ripulire la scena del crimine. «Ho aiutato mio figlio a pulire le macchie di sangue in casa», avrebbe dichiarato agli investigatori. Finora è emersa questa responsabilità, anche se gli inquirenti dubitano che Ilaria sia stata uccisa il 26 mattina. Inizialmente Nors Man Lapaz aveva detto di non essersi accorta di nulla. Salvo poi confessare, perché inchiodata dalle celle telefoniche che rilevavano il suo smartphone lì, in via Homs anche durante le ore dell’omicidio. Non è escluso al momento per lei anche un possibile e più grave coinvolgimento, quello cioè di aver visto la ragazza ancora viva, teoricamente in tempo per chiamare i soccorsi. Anche perché ci sono ancora diversi punti non chiari sulla vicenda. A partire dalle macchie, ripulite, tracce ematiche rilevate dalla scientifica in altre stanze. Ilaria potrebbe aver fatto pochi passi. Potrebbe aver provato a fuggire via da quell’appartamento di 60 metri quadri. E nel farlo è quasi impossibile che non abbia potuto attirare l’attenzione anche della madre di Mark. Le ferite sulle sue braccia parlano: la ragazza ha tentato di difendersi con le ultime forze rimaste. Purtroppo però l’autopsia non ha potuto fissare un orario granitico dell’ora del decesso.

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