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Il cartello contro i bambini fuori dall’osteria di Bologna: «Creano problemi. Ma non li posso vietare nel locale»

01 Maggio 2025 - 18:43 Ugo Milano
osteria bologna stop bambini
osteria bologna stop bambini
Il ristoratore Nicola Spolaora, titolare dell'Osteria del Sole, dice che non ha niente contro i bambini nel suo locale. E il suo «consiglio» non ha una natura commerciale, ma logistica

Il primo cartello risale a dieci anni fa, quello nuovo è stato affisso proprio in questi giorni, ma il messaggio è sempre lo stesso: ingresso «sconsigliato» ai bambini. Nicola Spolaora è il titolare dell’Osteria del Sole di Bologna, una vera e propria istituzione del capoluogo emiliano, situata a due passi dalla centralissima piazza Maggiore. Il locale è preso d’assalto tutti i giorni, mattina e sera, tanto dai bolognesi quanto dai turisti, soprattutto dopo che si è sparsa la voce sui social e nei vari siti di recensioni online. C’è però una particolarità a cui il titolare dell’osteria non vuole rinunciare: l’ingresso non vietato, ma sconsigliato, ai minori.

«Non ho niente contro i bambini»

«Non lo sconsiglio certo per motivi commerciali, figuriamoci, ma per motivi logistici: lo spazio è questo, la gente è tanta, ci si muove in un certo modo e la presenza dei più piccoli può davvero creare dei problemi», spiega Nicola Spolaora al Corriere di Bologna. L’oste assicura di non avere niente contro i bambini. Anzi, di tanto in tanto si sorprende del fatto che riescano a comportarsi bene: «L’altra sera è arrivata una coppia con due bambini e ammetto che ero un po’ contrariato, poi invece sono stati bravi al tavolo e gliel’ho anche detto. Magari fosse sempre così, ma purtroppo non lo è».

I passeggini e i problemi di spazio

Spolaora fa notare che il suo «non è divieto, anche perché non potrei neppure, ma solo un consiglio». E infatti fuori dalla porta del locale c’è un cartello che raffigura una persona che spinge una carrozzina e invita a non entrare nell’osteria con bambini. Non solo per il rischio che le urla dei più piccoli creino confusione o disturbino i clienti, ma anche perché la gestione degli spazi rischia di diventare un incubo: «C’è anche il problema di quelli che entrano con il passeggino, piuttosto sorprendente. Capisco il desiderio di “visitarci”, ma bisogna tenere conto delle circostanze».

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