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Scrivere storie con l’aiuto dell’intelligenza artificiale: l’esperimento di dieci autori a Milano

15 Maggio 2025 - 13:58 Cecilia Dardana
Lenovo scuola belleville
Lenovo scuola belleville
«Dimostra di essere umano – Scrivere storie al tempo dell’AI» è un percorso in più tappe di Lenovo e Scuola Belleville per riflettere sul modo in cui l'AI può essere integrata nei processi creativi

In che modo l’Intelligenza Artificiale può aiutarci a scrivere storie? È la domanda cui proveranno a rispondere Lenovo e Scuola Belleville in una nuova iniziativa dedicata agli scrittori e agli appassionati di storie, dal titolo «Dimostra di essere umano – Scrivere storie al tempo dell’IA». Un percorso che insegnerà ad appropriarsi delle nuove tecnologie per non subirle, e che anzi spronerà a non trincerarsi dietro la paura o la diffidenza. L’obiettivo è insegnare come sfruttare i nuovi mezzi che abbiamo a disposizione e cavalcare un cambiamento che, lo vediamo, è già qui e continuerà ad accelerare nei prossimi anni.

Un percorso con il nuovo computer di Lenovo pensato per i creativi

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di indagare il legame tra Intelligenza Artificiale e creatività umana, appropriandosi dei nuovi strumenti per non subirli, ma anzi per sfruttarne al meglio le potenzialità. Lenovo e Scuola Belleville lo faranno con un percorso a più tappe: una lezione aperta, una open call, un workshop e infine un podcast, per riflettere sui modi in cui i modelli linguistici generativi possono essere messi al servizio della creatività di chi scrive. In questo percorso verrà utilizzato un computer pensato apposta per i creativi: il nuovo AI pc Yoga Slim 7i Aura Edition di Lenovo, che consente di sfruttare le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale integrata. È un pc Intel Evo Edition Copilot+, dotato di processori Intel Core Ultra e progettato per migliorare la produttività e la creatività attraverso l’Intelligenza Artificiale.

«A differenza della generazione di pc precedente – spiega Pietro Parodi, pr & communication leader di Italia e Israele di Lenovo -, questa nuova generazione ha al suo interno un Neural Processing Unit, cioè un componente hardware specializzato progettato con l’obiettivo di accelerare i calcoli della rete neurale. Fondamentalmente in ambito creativo consente di lavorare con le intelligenze artificiali che si installano sulla macchina in totale sicurezza, senza filtri e potendone sfruttare appieno le capacità per operazioni creative molto complesse».

Una open call e un laboratorio di scrittura

Si comincia quindi il 5 giugno alle 18.30, con una lezione online di un’ora e mezza con Francesco D’Isa, autore, visual artist, caporedattore dell’Indiscreto e docente di Belleville: un’occasione aperta a tutti per scoprire come funziona, in quali modi l’Intelligenza Artificiale può essere integrata nel processo creativo, quali opportunità (e limiti) presenta. Poi prenderà il via la open call: per candidarsi al workshop bisognerà inviare alla Scuola Belleville un racconto di massimo 3600 battute (spazi inclusi) sul rapporto tra creatività umana e Intelligenza Artificiale, entro e non oltre il 31 luglio 2025. I dieci racconti più riusciti potranno partecipare gratuitamente al laboratorio con Francesco D’Isa, composto da due lezioni da quattro ore ciascuna, che si terranno a Milano venerdì 17 e sabato 18 ottobre 2025.

Si cercherà di capire quando, come e perché l’Intelligenza Artificiale può migliorare l’efficacia di chi scrive nelle varie fasi del processo creativo. Si partirà dal brainstorming per arrivare alla scaletta, si costruiranno i personaggi a gli ambienti. Poi queste nuove tecnologie verranno applicate alla fase di editing e all’esplorazione di archi narrativi, strutture e stili alternativi. Tutto grazie al pc messo a disposizione per ciascuno studente da Lenovo. Al termine del laboratorio, gli studenti avranno due settimane di tempo per perfezionare il racconto mettendo in pratica le strategie apprese.

«Questa esperienza con l’Intelligenza Artificiale – spiega Francesca Cristoffanini, direttrice della Scuola Belleville -, dovrebbe essere di stimolo a fare meglio proprio per poter riaffermare un primato creativo che può e deve continuare a essere umano. C’è bisogno di capire cosa queste macchine possono fare per noi. E per capirlo dobbiamo continuare a “sabotarle”, vale a dire a cercare strade laterali, a manipolare il meccanismo per ottenere esiti che siano autenticamente interessanti e possano aprire a visioni creative di cui è sempre titolare l’essere umano». Legittima la preoccupazione di quanti si chiedono se non stiamo «esternalizzando» il pensiero critico e le capacità creative. Dubbi cui Cristoffanini risponde così: «Non credo che da domani le macchine scriveranno al posto nostro. Se lo faranno, scriveranno cose banali, stantie, già viste, per lo più, e soltanto guidate da noi potranno raggiungere risultati diversi. Quindi restare in dialogo con questa tecnologia è fondamentale per non perdere rilevanza e per conservare la capacità di raccontare il presente».

Un podcast con Matteo B. Bianchi e Massimo Chiriatti

L’esperienza del laboratorio confluirà poi in un podcast – cui parteciperà di diritto l’autore del testo, realizzato durante il workshop, considerato il migliore – sull’arte del raccontare con Matteo B. Bianchi, scrittore, autore TV, podcaster e direttore editoriale di Accento, e Massimo Chiriatti, tecnologo e Chief Technology & Innovation Officer di Lenovo in Italia. Un podcast a più voci attorno all’arte del raccontare che sarà disponibile sulle principali piattaforme a dicembre 2025. Cinque puntate per esplorare gli elementi costituitivi di una storia (personaggio, trama, dialogo, ambientazione) e il ruolo che le Intelligenze Artificiali generative possono giocare in ogni fase della sua creazione. 

«Ogni tecnologia che noi abbiamo a disposizione – spiega Massimo Chiriatti – deriva da una scelta degli esseri umani, cioè quella di usarla o di non usarla. Se decidiamo di usarla, dobbiamo anche studiarla, in modo tale da capirne i limiti e le particolarità, e per poterci difendere dagli abusi o dal misuso, cioè dall’uso sbagliato che se ne può fare. Se noi governiamo insieme l’Intelligenza Artificiale, non può che crearci ottime opportunità».