Gaza, l’esercito israeliano ha iniziato l’offensiva sulla Striscia. Netanyahu: «A Doha si discute anche della fine della guerra»


Le forze di terra dell’Idf hanno dato il via all’operazione denominata “Carri di Gedeone”, in diverse zone della Striscia di Gaza. Lo ha reso noto il portavoce militare israeliano, il quale ha precisato che, nei giorni precedenti, l’aeronautica aveva già condotto un’azione preliminare, colpendo oltre 670 obiettivi di Hamas. L’intento – stando alle parole delle forze israeliane – era quello di ostacolare i preparativi militari del gruppo e sostenere l’avanzata delle truppe di terra. Gli attacchi hanno preso di mira depositi di armi, postazioni di lancio di missili anticarro, infrastrutture sotterranee e militanti armati. Secondo l’esercito israeliano, nell’operazione sarebbero stati neutralizzati decine di combattenti, mentre le truppe si trovano ora posizionate in aree strategiche all’interno del territorio palestinese. Nel frattempo, i social di Gaza segnalano l’ingresso di mezzi militari israeliani, accompagnati da intensi bombardamenti di artiglieria e attacchi aerei, in particolare nella zona nord-orientale di al-Fakhari, situata nella parte est di Khan Younis. Le notizie dall’enclave palestinese sono iniziate a circolare subito dopo che l’Idf ha annunciato l’avvio dell’operazione di terra.
«A Doha si discute di un possibile accordo per la fine della guerra»
Per la prima volta, il team negoziale israeliano impegnato a Doha, in Qatar, ha discusso della possibilità di un rilascio di tutti gli ostaggi e della fine dei combattimenti nella Striscia di Gaza. Lo annuncia l’ufficio del premier Benjamin Netanyahu, con una nota pubblicata in mattinata: «Il team – ha annunciato l’ufficio di Netanyahu – sta lavorando per esaurire ogni possibilità di un accordo, sia secondo il piano Witkoff sia come parte della fine dei combattimenti, compreso il rilascio di tutti gli ostaggi, l’esilio dei terroristi di Hamas e la smilitarizzazione della Striscia di Gaza». Oggi, inoltre, il gabinetto politico e di sicurezza di Israele discuterà della possibilità di far arrivare cibo a Gaza in seguito alla pressione esercitata dagli Usa.
125 palestinesi uccisi nella notte a Gaza
Nel frattempo, proseguono i bombardamenti israeliani sull’enclave palestinese. Secondo fonti mediche citate dai media di Gaza, nella notte tra sabato 17 e domenica 18 maggio sono 125 le persone uccise nella Striscia, tra cui diverse ad al-Mawasi, vicino a Khan Younis, e 55 a Gaza City. L’idf ha fatto sapere inoltre di aver trovato il cadavere di Muhammad Sinwar, leader di fatto di Hamas, in un tunnel a Khan Younis, nei pressi dell’ospedale Europeo, bombardato ripetutamente dall’Idf cinque giorni fa.
L’ipotesi del Wsj sulla strage del 7 ottobre
Emergono intanto nuovi dettagli sulla strage del 7 ottobre 2023, giorno del massiccio attacco sferrato da Hamas contro Israele. Il Wall Street Journal riferisce che secondo i verbali di un incontro tra alti funzionari di Hamas, trovati dall’Idf a Gaza, quell’attacco fu compiuto per sabotare gli sforzi di normalizzazione delle relazioni tra Israele e Arabia Saudita. Dai documenti ottenuti dal Wsj, emergerebbe inoltre il timore dell’allora leader di Hamas, Yahya Sinwar, che la normalizzazione dei rapporti tra Tel Aviv e Riad «avrebbe aperto la porta alla maggior parte dei Paesi arabi e islamici affinché seguissero la stessa strada» e avrebbe oscurato la causa palestinese. In un incontro svoltosi diversi giorni prima del 7 ottobre, Yahya Sinwar, citato nei verbali, avrebbe affermato che era necessario un «atto straordinario» per ostacolare quel processo di normalizzazione.
Foto copertina: EPA/Abir Sultan | Il premier israeliano Benjamin Netanyahu