Il consulente del Cremlino e l’incontro Putin-Trump: «L’Ucraina? Interessa solo voi europei». L’ipotesi dell’accordo commerciale per la pace


«Ci sarà un incontro tra Putin e Trump. Non si sfugge da questo appuntamento» assicura Marat Bashirov, 61 anni, consulente del Cremlino e docente di Economia all’Università Statale di Mosca. Intervistato da Marco Imarisio per il Corriere della Sera, il politologo russo è convinto che i negoziati tra Russia e Ucraina andranno avanti, ma solo perché Kiev non vuole deludere Donald Trump. Ma nulla si risolverà senza che prima il presidente americano e quello russo non riescano a incontrarsi per le «questioni primarie».
La guerra in Ucraina secondo Bashirov «non è fondamentale» per la Russia. L’opinionista con un importante sui social è certo che non lo è neanche per gli Stati Uniti; «Tutti pensano che l’Ucraina sia un tema “che sta nel fuoco”, come diciamo noi. Che è di importanza vitale per Putin: ma non è così. Do ut des – dice Bashirov – Vediamo cosa Trump sarà disposto a darci».
Se da un lato i negoziati sull’Ucraina andranno avanti «fiacchi» tra uno scambio di prigionieri e un accordo su «questioni secondarie», dall’altro Bashirov assicura che dall’incontro tra Putin e Trump arriveranno «concessioni importanti da parte della Russia, sempre tenendo conto dell’attuale situazione in campo. Ci saranno passi politici, non solo militari». Di parlare con l’Ucraina non se ne parla, dice il politologo che non considera Kiev l’interlocutore principale per raggiungere la pace: «Per voi europei forse lo è diventata. Per noi quello con Kiev è un tavolo negoziale di secondo grado. Le cose fondamentali verranno decise quando Cremlino e Casa Bianca si vedranno».
Sarebbe tutta una questione commerciale, secondo il consulente del Cremlino. O almeno così pensa che Trump e Putin risolveranno i rapporti tra Usa e Russia. Con buon pace dell’Europa, che nel frattempo ha lasciato grandi spazi economici a Mosca. Con una buona dose di cinismo, Bashirov dice che si arriverà di fatto a un accordo commerciale camuffato da accordo di pace: «Tutto quello che era vostro. Gli Usa prenderanno il posto degli Stati che si sono ritirati dal nostro Paese dopo l’inizio dell’Operazione militare speciale. Tutti i componenti che ora ci mancano, ce li daranno loro. Guardi al settore energetico: compravamo le turbine da Francia e Germania, nella parte orientale del Paese, laddove un tempo c’erano aziende italiane, mancano le stazioni a gas. Se le prenderanno gli Usa, al posto dell’Europa».