Svolta a Garlasco, l’impronta nel sangue vicino al corpo di Chiara Poggi: «È la mano di Andrea Sempio». L’esclusiva del Tg1


Ennesima svolta nel caso Garlasco. Secondo nuovi accertamenti scientifici disposti dalla procura di Pavia sarebbe stata rinvenuta l’impronta della mano di Andrea Sempio, al momento unico indagato nel nuovo filone d’indagine, sulla parete destra delle scale su cui era stato rinvenuto il corpo di Chiara Poggi. Ne danno notizia i social del Tg1. Dell’impronta sul muro si parla nella perizia disposta dagli inquirenti, a quanto si apprende, anche al centro dell’interrogatorio di oggi di Alberto Stasi.
Ci sarebbe l’impronta di Andrea #Sempio accanto al cadavere di Chiara #Poggi. Lo rivela una perizia disposta dalla procura di #Pavia in merito ai nuovi accertamenti disposti per fare luce sul delitto di #Garlasco.#Tg1 pic.twitter.com/ZYeqLGeUw5
— Tg1 (@Tg1Rai) May 20, 2025
L’impronta di Sempio nel sangue di Chiara Poggi
Già il 9 luglio 2020 i carabinieri dei Nucleo investigativo di Milano avevano messo nero su bianco quanto fosse «logico-fattuale che l’impronta sulla parete delle scale appartenga all’assassino», come ricorda su Repubblica Massimo Pisa. Si tratta del «contatto papillare n.33 evidenziato dall’UV». Un’impronta sporca di sangue, che sarebbe stata lasciata sul muro prima che il corpo di Chiara Poggi venisse lasciato scivolare sulle scale per seminterrato della villetta di Garlasco. Quella impronta però non era stata mai analizzata in modo compiuto. All’epoca la procura guidata da Mario Venditti scartò il suggerimento dei carabinieri anche sulla scorta delle prime consulenze tecniche dei Ris di Parma che, nel 2007, aveva definito «di nessuna utilità» quell’impronta. Oggi, invece, gli specialisti della Omicidi delegati dai pm insistono su quegli indizi. La perizia, infatti, avrebbe individuato 15 punti di contatto tra l’impronta numero 33 e quelle di Sempio. Per attribuire con certezza la corrispondenza ne bastano 12.

L’ipotesi di nuove analisi ematiche: nel 2007 l’impronta era stata definita «non utilizzabile»
Prima una convocazione in caserma a Milano per il prelievo coatto del dna e per ottenere le sue impronte digitali. Poi una seconda convocazione: c’era stato un «difetto tecnico dei vetrini». Questa volta il metodo non è lo scanner ma l’inchiostro, migliore per ottenere l’impronta a contatto con una sostanza liquida. La perizia di parte ha dato il suo responso, ora però è possibile che siano disposte analisi ematiche per certificare se l’impronta 33 contenga tracce della vittima, Chiara Poggi. Bisogna, infatti, chiarire se la mano che ha lasciato quel segno sul muro fosse o meno insanguinata. Un quesito su cui i carabinieri del Ris di Parma si erano già espressi ai tempi, escludendo che ci fosse liquido ematico: le strisce reattive del combur test avevano dato esito «dubbio», mentre «negativo» quello dell’Obti, per identificare se una traccia si riferisca o meno a sangue umano.
Cosa ha detto Alberto Stasi nell’interrogatorio in procura
Secondo l’avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, oggi è stata una giornata molto positiva: «Siamo molto contenti di essere venuti e aver risposto a tutte le domande – ha aggiunto – Noi abbiamo avuto fiducia in questa indagine sin dal primo giorno e continuiamo ad averla, sempre più forte». De Rensis non è voluto entrare in particolari dell’indagine e non ha commentato l’assenza di Andrea Sempio. «Alberto sta bene, è sereno e rispettoso della condanna. Ha risposto a tutte le domande», ha detto De Rensis.
Non è prevista una nuova convocazione per Sempio
Dopo la decisione di Sempio e dei suoi legali di non presentarsi all’interrogatorio di oggi in Procura a Pavia, gli inquirenti riflettono su una eventuale riconvocazione, atto che al momento non viene previsto. Ad apprenderlo è l’Ansa, tramite fonti qualificate.