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Criptovalute, via libera del Senato Usa al Genius Act: cosa prevede la legge che farà arricchire Trump e perché preoccupa l’Europa

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Il disegno di legge punta a creare la prima cornice normativa per le stablecoin, che governi europei e Bce temono più dei dazi

Di tutto ciò che Donald Trump ha fatto (o ha promesso di fare) da quando è tornato alla Casa Bianca, c’è un tema che angoscia l’Europa ancora più dei dazi: i piani dell’amministrazione statunitense per le stablecoin, ossia quelle criptovalute il cui valore è stabile perché legato all’andamento del dollaro. «La nuova politica americana relativa alle criptovalute è ancora più pericolosa» delle tariffe, avvertiva poche settimane fa Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia. A condividere il suo appello è anche Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo della Bce, che oggi rilancia: «Con le stablecoin americane perdiamo non solo commissioni e dati ma anche depositi in euro, perché ogni volta che si sottoscrive una stablecoin americana questo significa trasferire depositi dall’Europa agli Usa».

Perché l’Europa ha paura delle stablecoin americane

A differenza delle cripto “tradizionali”, le stablecoin sono progettate per mantenere un valore stabile, saldamente ancorato a una valuta di riferimento. In altre parole, uniscono i vantaggi delle cripto (come la velocità e la trasferibilità) ai vantaggi del denaro tradizionale (stabilità e scarsa volatilità). Queste caratteristiche le rendono uno strumento ideale per le transazioni quotidiane e per i trasferimenti internazionali di denaro. Ed è proprio qui che nasce la preoccupazione dell’Europa. «I risparmiatori di tutto il mondo avranno la possibilità di investire in attività sostanzialmente prive di rischio che costituiscono al contempo un mezzo di pagamento ampiamente accettato per le transazioni cross border: il tutto senza la necessità di un conto presso un istituto bancario statunitense», ha spiegato Giorgetti nelle scorse settimane.

Questa soluzione potrebbe risultare particolarmente attrattiva soprattutto per chi vive in Paesi con valute instabili. Ma, secondo Giorgetti, «non va sottovalutato anche il fascino per i cittadini della zona euro», soprattutto «se il nostro sistema di pagamenti al dettaglio continuerà a essere frammentato». In risposta a questa sfida, l’Unione europea ha pensato bene di accelerare lo sviluppo dell’euro digitale, il cui iter legislativo si era arenato poco prima delle elezioni europee dello scorso anno. Secondo Cipollone, il membro della Bce incaricato di seguire il progetto, l’euro digitale offrirebbe un’alternativa sicura (ed europea) agli attuali sistemi di pagamenti digitali e, in prospettiva, anche alle stablecoin americane.

La vittoria dell’industria cripto al Senato Usa

Nel frattempo, la svolta cripto inaugurata da Trump procede a ritmo spedito. Lunedì 19 maggio, il Senato americano ha superato l’impasse sul Genius Act, un disegno di legge che crea la prima vera cornice normativa per le stablecoin. L’obiettivo del provvedimento è regolamentare le cripto stabilendo regole chiare per l’emissione, la trasparenza e i requisiti di sicurezza ma senza frenare lo sviluppo del settore. Di fatto, si tratta di una vittoria storica per l’industria delle criptovalute, che da anni investe miliardi di dollari in attività di lobbying sul Congresso americano affinché approvi una legge che legittimi gli asset digitali. Per il via libera del Senato – arrivato con 66 voti favorevoli e 32 contrari – sono stati fondamentali i voti di 16 democratici, che si sono ribellati alla linea del partito e hanno votato insieme alla maggioranza repubblicana. Ora che l’ostacolo procedurale è superato, il Senato potrà votare l’approvazione vera e propria del disegno di legge.

Gli affari di Trump con le cripto

Da sinistra, però, continuano a piovere critiche sul provvedimento. La senatrice più agguerrita è senz’altro Elizabeth Warren, secondo cui il Genius Act «agevola la corruzione del presidente degli Stati Uniti e mina la sicurezza nazionale e la stabilità finanziaria». Secondo quanto rivela Nbc News, il testo approvato dal Senato non contiene infatti alcun divieto per Trump e la sua famiglia di continuare a fare affari nel settore delle cripto. E di affari, da quando si è insediato alla Casa Bianca, Trump ne sta facendo parecchi. Lo scorso gennaio, il presidente americano si è fatto la propria meme coin, che a circa due mesi dal lancio aveva già macinato oltre 350 milioni di dollari di guadagni, e la sua famiglia ha stretto un accordo da 2 miliardi di dollari con il fondo sovrano degli Emirati Arabi per progetti legati alle cripto.

Foto copertina: EPA/Pablo Gianinazzi

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