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Roberto Burioni: «Piano pandemico, così il governo cede ai No-vax»

Il professore del San Raffaele: i virus non sono nazionalisti

Secondo Roberto Burioni astenersi sul piano pandemico dell’Oms è una decisione «grave». Una scelta politica di sapore sovranista mentre la prevenzione dovrebbe essere guidata dalle evidenze scientifiche. Il virologo del San Raffaele di Milano ce l’ha con il governo Meloni, spiega a Michele Bocci su Repubblica: «Perché nel malaugurato caso che dovesse esserci una pandemia, cosa che noi tutti ci auguriamo non avvenga, è fondamentale farsi trovare preparati. E rispondere da soli non è proprio possibile. Una volta si parlava di “giro del mondo in 80 giorni”, ora si fa in 80 ore. L’abbiamo visto col Covid, che ci ha messo appena due settimane ad arrivare qui da noi dalla Cina. Ormai il nostro pianeta è un villaggio globale».

Il piano pandemico, il governo e i No-vax

Secondo Burioni «la sovranità è un concetto politico, sul quale si può essere d’accordo o meno, e io rispetto chi ha quella visione. Ma i virus non lo riconoscono, i virus non sono nazionalisti, non si bloccano alla frontiera. Non fanno differenza tra un essere umano e l’altro, che viva in un posto o in un altro, che sia povero o ricco». Mentre con una nuova pandemia «la collaborazione tra Stati sarebbe fondamentale. È sbagliato dare una risposta politica a un’emergenza biologica. Quando si parla di salute è così: l’antibiotico non è sovranista o di sinistra o altro. Serve per curare un malato. Punto».

Orazio Schillaci

Il dottore dice che la posizione «non appartiene a un medico di grandissimo prestigio e valore come il nostro ministro della Sanità Orazio Schillaci. Però all’interno della maggioranza ci sono diversi esponenti importanti che propagandano bugie scientifiche pericolose, contro i vaccini e altro. Anche qui non ne faccio una questione politica, perché ad esempio me la sono presa con la Toscana perché ammette nel suo sistema sanitario l’omeopatia. Però questa scelta di Ginevra non ci fa percepire come partner affidabili se si presenta un’emergenza. Se quando devo fare un conto mi dici che due più due fa cinque, o peggio proponi di non usare la calcolatrice, non mi fido tanto».

Il mondo No-vax

Nella decisione avrà pesato il mondo No-vax: «Ma chi governa deve capire che queste persone al di là delle idee che esprimono sono poche, rumorose e pericolose. Fare le cose pensando a loro è una sciocchezza, perché la grande maggioranza degli italiani sono persone serie, la pensano molto diversamente. Chi urla al fuoco può svuotare un teatro anche se è da solo. Ma gli riesce una sola volta, poi basta». E c’è maretta anche su quello nazionale: «Le conoscenze nel campo scientifico sanitario cambiano rapidamente, le cose che andavano bene anni fa potrebbero non servire più. È una fortuna che la scienza, che non è né di destra né di sinistra, faccia progressi perché ci può aiutare molto. Basta vedere che per la prima volta siamo riusciti ad alterare una pandemia grazie ad un vaccino. Ma i documenti su come rispondere alle emergenze devono essere aggiornati».

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