Usa, gli interrogatori con la macchina della verità di Kristi Noem: la caccia ai dipendenti che passano informazioni alla stampa


Interrogatori di quattro ore, stanze con «specchio spia» e sorteggio casuale dei dipendenti. È questa la strategia messa in campo da Kristi Noem, la segretaria della Homeland Security Department, per scovare i dipendenti che rivelano informazioni alla stampa. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, in una stanzetta per gli interrogatori nell’ufficio della Transportation Security Administration, in Virginia, i dipendenti del dipartimento della Sicurezza Interna degli Stati Uniti sono stati obbligati a sottoporsi a interrogatori seduti su una sedia progettata per rilevare movimenti corporei involontari. Come parte del test anche un bracciale per la pressione sanguigna, un misuratore di ossigeno e un tubo attorno al torace. Il tutto mentre i superiori osservano le loro reazioni da dietro uno specchio unidirezionale.
«Perseguiteremo i leaker indipendentemente dalla posizione»
Secondo il Wall Street Journal, ciò che rendere inusuale una pratica piuttosto comune nei dipartimenti statunitensi è il tipo di domande che vengono poste ai dipendenti, ossia se hanno rivelato informazioni ai media, anche quelle non classificate. La lotta alla fuga di notizie intentata da Noem e dalla sua consigliera Corey Lewandowski, non fa prigionieri neanche tra le sfere più alte del dipartimento. La portavoce del dipartimento, Tricia McLaughlin, ha dichiarato: «Sotto la leadership della segretaria Noem, il dipartimento di Homeland Security sradicherà le rivelazioni di informazioni che minano la sicurezza nazionale. Indipendentemente dalla vostra posizione, carriera, nomina politica o status di impiegato di carriera, troveremo i “leaker” e li perseguiremo nel modo più completo consentito dalla legge».
Dipendenti sospesi e clima di terrore
«Una situazione senza precedenti» – così l’ha definita Juliette Kayyem, ex sottosegretaria del Dipartimento della Sicurezza Interna sotto l’amministrazione Obama, commentando le rivelazioni del Wall Street Journal. Il clima di terrore che si è creato tra i 250 mila dipendenti ha portato alcuni di loro a dimettersi ancor prima di essere sottoposti al test, mentre altri sono stati sospesi dopo il poligrafo. Secondo quanto riportato dal Journal, Cameron Hamilton, recentemente rimosso dal suo incarico di direttore della FEMA (l’Agenzia federale per la gestione delle emergenze), è stato sottoposto al test del poligrafo dopo che diversi quotidiani avevano rivelato un incontro tra Kristi Noem e Corey Lewandowski, durante il quale si sarebbe discusso un piano per smantellare l’agenzia.
L’utilizzo della cosidetta macchina della verità per scovare i “leaker” sta diventando una pratica comune tra le agenzie americane. Sai l’Fbi che il dipartimento di Giustizia hanno sottoposto a poligrafo i dipendenti per scoprire se hanno parlato con i giornalisti. Anche Pete Hegseth ha minacciato azioni legali contro i membri dello staff del Pentagono che diffondono informazioni riservate, dopo lo scandalo legato a una chat su Signal in cui lui e altri esponenti dell’amministrazione avrebbero discusso piani per un possibile attacco in Yemen. Lo stesso Elon Musk, che ha recentemente annuciato il suo passo indietro dalla politica, ha avuto a che fare con la fuga di notizie all’interno delle sue aziende. Per scovare una talpa durante la crisi economica del 2008, Musk ha utilizzato la trappola del canarino: «Abbiamo inviato email che sembravano identiche a tutti, ma in realtà ognuna conteneva uno o due spazi tra le frasi, codificati in modo da creare una firma binaria che ci ha permesso di identificare la fonte della fuga di notizie».