Garlasco, sparisce il campione d’intonaco sull’impronta 33 che poteva incastrare Andrea Sempio


Come anticipato ieri dal Tg La7 i legali di Alberto Stasi sarebbero pronti a depositare in procura una consulenza sull’impronta 33, per verificare la presenza di tracce biologiche di Andrea Sempio. Ma della traccia, che apparterebbe (corrisponde in ben 15 punti) alla mano dell’unico neo indagato, riemersa dopo una nuova perizia nel nuovo filone d’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi, ci sarebbe solo la foto. E spiega oggi Il Messaggero, affinché l’impronta sia una prova inoppugnabile – per ricavarne il dna, o per un’eventuale traccia di sangue bisognerebbe analizzare il pezzo di intonaco del muro (dal quale quella traccia venne raschiata con un bisturi sterile) sopra il terzo gradino della scala su cui fu ritrovato il corpo di Chiara il 13 agosto 2007. E quel pezzo di intonaco non c’è più. Né negli archivi della procura di Pavia, né i quelli dei carabinieri del Ris di Parma. Come accadde per la strage di Erba. Così l’udienza del 17 giugno, quando si ovvero l’incidente probatorio davanti al gip del Tribunale di Pavia su numerosi reperti mai analizzati oppure rivalutati diventa in salita.
L’ex procuratore Venditti (che indagò e archiviò le indagini su Sempio): «Prove inservibili e infruttuose»
Sull’impronta 33 si è già espresso anche l’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti. Colui che archiviò le indagini su Andrea Sempio sostiene che le “nuove” prove sono «inservibili e infruttuose». «Sin da principio, non ha inteso interferire con le diverse indagini di cui a vario titolo si dà conto nella cronaca locale e nazionale, né ha inteso partecipare o alimentare l’incontrollato battage mediatico», spiega il suo legale Domenico Aiello. «Ciò non di meno», aggiunge la nota, «non è possibile astenersi dal rappresentare il danno illecito che sino ad oggi sta subendo dalla mole di notizie false e prive di ogni riscontro oggettivo».
La speranza nell’impronta 10 (dove rilevare il dna è possibile)
C’è inoltre, ricorda oggi Repubblica, un “contatto papillare” insanguinato sulla porta di casa, evidenziato dai Ris con la luce UV e fotografato, poi evidenziato con polvere e asportato. Si tratta dell’impronta 10, che ha otto minuzie, quindi troppi pochi punti di comparazione con le impronte palmari. Ma su quella traccia può esser fattibile un esame biologico. E questo può cambiare le carte in tavola.