La scrittrice Anna Foa: «A Gaza pulizia etnica. Andrei a una manifestazione per la Palestina»


«Se andrei alla manifestazione per Gaza? Sì, certamente. Ogni mobilitazione è utile, necessaria, anche se dubito che possa servire a far fermare concretamente le bombe di Netanhayu». Così, a Repubblica, la scrittrice Anna Foa, autrice del libro Il suicidio di Israele. Che «per certi versi è più vicino, per altri può essere ancora sventato. Le dichiarazioni del premier e dei suoi ministri sull’annessione di Gaza, insieme con i massacri, sono un avvicinamento dello stato israeliano al suicidio, ma la reazione sia interna sia internazionale che si sta manifestando potrebbe essere la salvezza di Israele. E’ difficile definire democratico uno stato che bombarda a tappeto senza nessun senso».
Pulizia etnica
A una manifestazione, dice Foa, «proverei a invitare qualche dirigente dell’opposizione. O qualche esponente di quel movimento di soldati che si rifiutano di arruolarsi per andare a Gaza. Il nostro governo e la Ue potrebbero riconoscere lo Stato di Palestina. Un gesto simbolico, certo, ma dal grande significato politico, Sull’interrompere le relazioni commerciali con Israele penso che sia un passo necessario. Non vorrei però che ciò portasse a un allentamento dei rapporti con chi si oppone a Netanhayu. Invece queste voci vanno sostenute». Secondo Foa il governo Meloni è «decisamente» troppo benevolo con Netanyahu «perché è schierato, con qualche oscillazione, sulle posizioni di Trump». Mentre per Gaza «la parola genocidio finora non l’ho usata, ma quello che vediamo penso che ci si avvicini molto. Stiamo andando nella direzione di una pulizia etnica».