Via in lacrime la giudice del processo su Maradona, la mossa dopo lo scandalo. Le ipotesi dell’annullamento: cosa può succedere


Ha abbandonato il collegio dei giudici, incaricati di emettere la loro sentenza sul caso riguardo alla morte di Diego Armando Maradona, la magistrata Julieta Makintach. La 47enne, querelata dagli avvocati della famiglia del Pibe, è sospettata di essersi accordata con una casa di produzione per un documentario non autorizzato sul processo, del quale sarebbero già pronti la sceneggiatura e il titolo Giustizia Divina. È stata la stessa avvocata penalista, dopo sette giorni di silenzio e negazione, a fare un passo indietro tra le lacrime: «Non ne sapevo nulla, nemmeno della sceneggiatura», ha detto Makintach. «So che non mi crederete. Spero che il processo possa continuare senza di me. È stato un disastro, non posso assumermi la responsabilità di tutto questo perché non è colpa mia».

La decisione sul processo: annullamento totale o parziale?
Ad accettare la ricusazione della giudice sono stati gli altri due membri del collegio dei togati del tribunale di San Isidro, poco a nord della capitale argentina Buenos Aires. «Le prove (contro Makintach, ndr) sono conclusive e quanto è accaduto è grave», ha commentato il presidente del tribunale Maximiliano Savarino. Ora saranno proprio i due superstiti del collegio a decidere cosa ne sarà del processo. I legali della famiglia Maradona, in linea con la posizione del pubblico ministero, spingono perché il procedimento venga semplicemente retrotratto al 31 marzo. In poche parole, l’iter giudiziario riavvolgerebbe il nastro ripartendo dai momenti appena prima dell’udienza in cui per la prima volta iniziarono a essere presentate e valutate le prove a carico dei sette professionisti sanitari (medici, uno psichiatra, uno psicologo e infermieri), accusati di negligenza nell’ambito della morte dell’ex leggenda del calcio. C’è, però, anche l’ipotesi di un annullamento in toto del processo, come se non fosse mai neanche iniziato.