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«La dovevo fare a pezzi così non l’avrebbero trovata»: l’album di trap del killer di Michelle Causo

19 Giugno 2025 - 07:06 Alba Romano
oliver michelle causo
oliver michelle causo
Oliver ha composto delle canzoni ora pubblicate. Ha 11.800 follower. La prima si chiama "Scusa mamma"

Oliver, il killer di Michelle Causo, lancia un album di musica trap dal carcere. Il minorenne di origine cinglaese che ha accoltellato a morte una 17enne e l’ha abbandonata in un carrello della spesa nel giugno 2023 ha composto delle canzoni. Che sono già online. La prima si chiama Scusa mamma. «È fatto tra le sbarre, u want that?», è il messaggio che viene dal carcere minorile di Treviso. Oliver ha 11.800 follower sul suo profilo. Sul quale campeggia una sua immagine a torso nudo con il nickname OlvRoff. Il disco è stato caricato su un secondo profilo, poi rilanciato tramite le storie.

«Gestisco tutto io»

Tra i commenti c’è un amico che scrive: «Gestisco tutto io». Tra i versi della canzone: «Scusa mamma, sono chiuso in bagno e fumo una condanna». E ancora: «Quando piangi al colloquio ti do un bacio. A questo dolore non c’è rimedio». Gianluca Causo, il padre di Michelle parla con Il Messaggero: «Sta facendo successo sulla morte di mia figlia. È uno sfregio alla sua memoria e alla nostra dignità. Nel brano chiede scusa alla madre, mai una volta a Michelle». E aggiunge: «Avevo denunciato tutto un anno fa, ma nessuno mi ha ascoltato». La polizia secondo lui lo ignora: «Mi chiudono il telefono in faccia, mi dicono che ho le allucinazioni». Come è possibile che un detenuto condannato per omicidio abbia accesso a Instagram e TikTok?

Le regole

Il regolamento del carcere minorile di Treviso dice che non si possono utilizzare i social, i cellulari e il computer. «Qualcuno lo aiuta. O da dentro, o da fuori. Come fa ad avere quei mezzi?», dice il padre di Michelle. Oliver ha anche scritto ad alcuni amici di Michelle: «La dovevo fare a pezzi così non l’avrebbero trovata». Tra le frasi ce n’è una che sembra riferirsi proprio all’omicidio: «A Casal del Marmo quando ti ho chiamato e tu piangevi». Intanto una indagine è in corso da un anno all’interno del carcere.

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