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Aurora Tila, le domande della 13enne a ChatGPT sull’ex fidanzato: «È un amore tossico?»

20 Giugno 2025 - 08:37 Ugo Milano
aurora tila piacenza omicidio
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La ragazza di Piacenza, morta il 25 ottobre scorso, avrebbe interrogato più volte l'IA sulla sua relazione. Il giovane è a processo per omicidio e stalking, le scriveva messaggi violenti

«Ciao Chat, secondo te devo lasciarlo?». I pensieri e i dubbi Aurora Tila li risolveva anche così, digitandoli sulla tastiera: «Come faccio a distinguere se è un vero amore o un amore tossico?». Era all’intelligenza artificiale che la 13enne chiedeva lumi sul suo rapporto con il fidanzatino 15enne, accusato di averla aggredita e scaraventata giù dal balcone di casa lo scorso 25 ottobre a Piacenza. Domande che erano iniziate già dall’estate e che, stando agli atti del procedimento, sono continuate fino agli inizi di ottobre 2024. Poi, per decisione di Aurora, la relazione si interrompe. Venti giorni dopo la 13enne viene uccisa. Secondo alcuni testimoni, è spinta oltre il balcone del suo appartamento al quinto piano: si aggrappa alla balaustra e viene colpita ripetutamente alle dita finché non lascia la presa e si schianta al suolo, morendo sul colpo.

Gli schiaffi e le minacce del giovane: «Ora inizia il mio piano di vendetta»

Omicidio volontario a cui, come ha fatto sapere la procura dei minori durante l’udienza preliminare, si aggiunge l’aggravante dello stalking, a sua volta aggravata dalla minore età della vittima e dal legame affettivo: «Non ha accettato in alcun modo la conclusione della relazione», ha scritto il pm Simone Purgato. L’ex fidanzatino, stando agli inquirenti, dopo la fine della relazione avrebbe minacciato e molestato ripetutamente Aurora: schiaffi, strattonamenti. E numerosi messaggi per forzarla, costringerla a continuare la relazione con lui, per umiliarla e spaventarla. «Il mio piano di vendetta inizia da ora, mercoledì 9 ottobre alle ore 2.50», si legge in un sms inviato dal ragazzo alla giovane una quindicina di giorni prima della morte.

Le risposte di ChatGPT e il processo contro l’ex fidanzatino

Le risposte alle domande di Aurora le aveva fornite già ChatGPT: «Le rispondeva che doveva lasciarlo e denunciarlo», hanno spiegato i legali Anna Ferraris e Mario Caccuri. «Si confidava con l’intelligenza artificiale piuttosto che con i genitori e con gli amici. È un’abitudine tra molti adolescenti, anche per questo bisognerebbe regolamentare le applicazioni». L’avvocato del giovane ha chiesto di procedere con rito abbreviato. Il 15enne si dichiara ancora innocente e insiste sull’ipotesi di suicidio, una pista già smentita dall’autopsia.

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