Lo sfogo di Chiara Tramontano contro i giudici: «Legge? È disgusto: Impagnatiello l’ha avvelenata per sei mesi ma per loro non c’è premeditazione»


«Vergogna, vergogna. La chiamano legge ma si chiama disgusto». È con queste parole che Chiara Tramontano, sorella di Giulia, commenta sui social la sentenza del processo d’appello a carico di Alessandro Impagnatiello. I giudici di secondo grado hanno confermato la pena dell’ergastolo per il femminicidio di Giulia Tramontano, escludendo però una delle tre aggravanti riconosciute in primo grado, ossia la premeditazione, suscitando la sorpresa di molti.
Lo sfogo social di Chiara Tramontano
«L’ha avvelenata per sei mesi. Ha cercato su Internet: “Quanto veleno serve per uccidere una donna”. Poi l’ha uccisa. Per lo Stato, supremo legislatore, non è premeditazione», aggiunge la sorella su Instagram. E poi ancora: «Vergogna a una legge che chiude gli occhi davanti alla verità e uccide due volte. E smettetela di portare gli assassini ai banchi. Sono assassini. Vanno in cella. Nessuno li vuole liberi, inquinano».

I genitori scelgono il silenzio
Mentre Chiara Tramontano affida i propri commenti ai profili social, i genitori della 32enne uccisa mentre era incinta di sette mesi scelgono di non commentare la sentenza della corte d’assise d’appello. «Preferiamo non dire nulla», si limita a dire Loredana, mamma di Giulia, subito dopo la lettura del dispositivo. In aula, la donna aveva con sé due fotografie di Giulia con una dedica anche a Thiago, il bimbo che avrebbe dovuto nascere. «È sempre ergastolo. Siamo soddisfatti», ha detto il loro legale, Giovanni Cacciapuoti.
Foto copertina: ANSA/Matteo Corner | Mario e Chiara Tramontano durante la lettura della sentenza del processo Impagnatiello, Milano, 25 Novembre 2024