I poliziotti che sparano «legittimamente» non saranno più indagati. L’annuncio di Nordio


Il tema era stato già affrontato alcuni mesi fa, ma la soluzione inserita nell’ultimo decreto sicurezza convertito in legge – tutela legale e copertura delle spese – evidentemente non è stata considerata sufficiente. Il ministro Carlo Nordio, in aula oggi 25 giugno per il question time, ha annunciato che a tutela degli agenti di pubblica sicurezza che abbiano commesso un reato «scriminato» e quindi non punibile (come nel caso della sparatoria per legittima difesa) non saranno iscritti al registro degli indagati: «Qualora si profili uno stato di necessità o di uso legittimo delle armi, non si dovrà più iscrivere la persona nel registro degli indagati», ha spiegato Nordio.
La revisione del codice di procedura penale
Il ministro ha anche aggiunto che la sua idea è rivedere complessivamente le scriminanti, oggi considerati comportamenti illeciti ma non punibili: «La nostra idea è eliminare tutta l’indicazione che considera i comportamenti illegittimi e quindi perdonati». Nordio ha anche ammesso di essere ben a conoscenza dei rischi insiti nella decisione di non iscrivere al registro degli indagati alcuni cittadini e non altri. «Siamo ben coscienti che prima esisteva uno scudo procedurale, un veto all’azione penale, eliminato dalla Corte Costituzionale, qui invece stiamo dicendo che quando esiste una causa di giustificazione, la persona ha diritto di partecipare alle indagini senza avere questo marchio di infamia».