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Carlo Nordio e la Cassazione sul Dl Sicurezza: «Così insultano Mattarella»

02 Luglio 2025 - 07:44 Alba Romano
Il ministro e il massimario: l'opposizione mi ha deluso

Carlo Nordio dice che sulla Cassazione che boccia il Dl Sicurezza «c’è grande confusione». Il tribunale, spiega il ministro della Giustizia del governo Meloni, non ha detto proprio nulla, e se lo avesse detto, senza esser investita di un ricorso, avrebbe commesso un sacrilegio. Si è pronunciato l’Ufficio del Massimario con un intervento che ritengo irriverente, improprio e imprudente». Irriverente verso Sergio Mattarella, secondo Nordio, «perché contiene critiche radicali sul decreto sicurezza, sia sulla sua necessità ed urgenza, sia sui suoi contenuti, ritenuti manifestamente incostituzionali. Se così fosse, Il Presidente sarebbe stato il primo a rilevarli, e invece non l’ha fatto».

La Cassazione

Secondo Nordio l’intervento è anche improprio. Perché «l’Ufficio del Massimario della Cassazione ha competenza soltanto nel raccogliere le massime di giurisprudenza, in modo da fornire anche ai giudici di merito un’adeguata informazione e un indirizzo possibilmente omogeneo. Se redige delle relazioni sulle novità normative può farle solo sotto un profilo di tecnica redazionale, perché non ha nessuna legittimazione a pronunciarsi in via preventiva sulla costituzionalità delle leggi, e tantomeno sul loro contenuto politico». Si tratta, secondo il ministro, di «un vero oltraggio al Parlamento sia pur espresso nel linguaggio aulico del giuridichese. Ora, questo documento del Massimario è soltanto apparentemente una sequenza di argomentazioni tecniche politicamente neutrali. Quando dice che lo sgombero di un immobile occupato abusivamente può creare disagi sociali, esprime un giudizio incompatibile con la logica e con il diritto. In pratica giustifica il reato di violazione di domicilio».

L’opposizione

L’intervento dell’opposizione, che si è schierata con il Massimario, invece lo temeva «ma speravo di no. Io mi sono dichiarato incredulo proprio perché non immaginavo una simile interferenza. Ma in realtà sono abituato a certe esondazioni di alcuni ex colleghi. Quello che mi ha stupito è stato l’atteggiamento dell’opposizione, che non si è accorta di quanto sia stata umiliante un’adesione pronta e incondizionata a un intervento che scavalca la stessa politica. L’opposizione ha tutto il diritto, e anche il dovere, di criticare in modo severissimo le nostre iniziative. Ma in questo modo manifesta una subordinazione pavloviana, che riduce la sua funzione al rango di portavoce gregario di un gruppo di studio di togati».

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