Lavoro e caldo estremo, arriva il protocollo tra imprese, sindacati e ministero: orari flessibili, stop nei cantieri e cassa integrazione rapida


Con l’Italia stretta nella morsa del caldo, il Ministero del Lavoro accelera sulla firma del protocollo per la tutela dei lavoratori esposti a temperature estreme. L’intesa che verrà sottoscritta nel pomeriggio da ministero e sigle sindacali, introduce un pacchetto di misure per il «contenimento dei rischi lavorativi legate alle emergenze climatiche negli ambienti di lavoro».
Ammortizzatori rapidi, anche per gli stagionali
Uno dei pilastri del protocollo è l’estensione automatica dell’accesso agli ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione, in caso di stop o riduzioni dell’orario causate dal caldo, anche per i lavoratori stagionali, per chi opera negli appalti e gli studenti tirocinanati. Inoltre, questi periodi non verranno conteggiati nei limiti massimi di durata previsti per la cassa. «È un lavoro andato avanti per tanto tempo e che arriva a definizione», ha commentato la ministra Marina Calderone. «Il protocollo contiene tante misure di attenzione a lavoratori e lavoratrici esposti ad alte temperature».
Le misure previste
Il documento si concentra su quattro aree di intervento. In primis, la riorganizzazione degli orari, con possibilità di anticipare o posticipare i turni, sospendere le attività nelle ore più calde e prevedere pause obbligatorie in aree d’ombra o refrigerate. Attenzione anche all’abbigliamento e protezioni individuali, prevedendo dotazioni adeguate come indumenti tecnici, cappelli, creme solari, bevande e alimenti ad alta idratazione. Sarà anche obbligatorio fornire formazione e informazioni per prevenire i colpi di calore e riconoscere i sintomi da stress termico. A tutte queste misure si affiancherà una sorveglianza sanitaria, anche in coordinamento con le autorità sanitarie locali. Sarà inoltre responsabilità dei datori di lavoro il monitoraggio continuo delle condizioni meteorologiche attraverso il portale ufficiale del Ministero della Salute. Tuttavia, il protocollo non stabilisce una soglia di temperatura oltre la quale scatta automaticamente l’obbligo di fermare le attività, lasciando ai datori di lavoro e alle parti sociali la responsabilità di adattare le misure in base ai contesti specifici.
Tavoli permanenti e verifiche
Il protocollo prevede incontri periodici tra governo, sindacati e imprese per valutare l’efficacia delle misure. Potranno anche essere attivati gruppi di lavoro locali, con il coinvolgimento delle Asl, per la gestione delle emergenze sul territorio. L’accordo arriva dopo una settimana di pressione da parte delle Regioni, che avevano chiesto un intervento nazionale per proteggere i lavoratori nei cantieri, nelle cave, nei campi e in altri luoghi di lavoro all’aperto. Alcune ordinanze regionali avevano già introdotto limiti agli orari o pause obbligatorie nelle ore più calde.