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Garlasco, i consulenti di Sempio contro quelli della Procura: «L’impronta 33 confusa coi segni del muro»

03 Luglio 2025 - 21:00 Valentina Romagnoli
garlasco impronta 33 difesa Andrea sempio
garlasco impronta 33 difesa Andrea sempio
L'errore, secondo la difesa, sarebbe dovuto a un «pregiudizio interpretativo». I pm avrebbero confuso «strutture papillari reali» con «interferenze murarie»

Avevano ragione i consulenti della famiglia Poggi, secondo la difesa di Andrea Sempio, unico indagato nel nuovo filone di indagini sul delitto di Garlasco. I legali del 37enne infatti hanno smentito la procura di Pavia: l’impronta palmare n. 33 non appartiene a Sempio. L’errore, secondo la difesa, sarebbe dovuto a un «pregiudizio interpretativo», come riporta l’Ansa. Già nella giornata di ieri, mercoledì 2 luglio, si erano fatti avanti i consulenti privati della famiglia Poggi, che avevano espresso lo stesso parere.

L’attribuzione dell’impronta 33 a Sempio un «pregiudizio interpretativo»

Quando i consulenti della Procura di Pavia hanno attribuito l’ormai celebre traccia 33 ad Andrea Sempio, sono caduti in un «pregiudizio interpretativo», secondo quanto sostiene la difesa dell’indagato. Questo secondo Luciano Garofano, ex comandante del Ris, e Luigi Bisogno, ex ispettore superiore della Polizia, esperti nominati dalla difesa, coi legali Massimo Lovati e Angela Taccia. Secondo la consulenza di Garofano e Bisogno i magistrati avrebbero operato «in totale disaccordo alle procedure accreditate presso la Comunità scientifica». E avrebbero confuso «strutture papillari reali» con «interferenze murarie», cioè semplici segni del muro.

La difesa di Sempio: «sul segno non ci sono abbastanza corrispondenze»

L’impronta 33, repertata sulla parete destra delle scale in fondo alle quali c’era il corpo di Chiara Poggi, «non presenta un numero sufficiente di corrispondenze valide per consentire l’attribuzione certa all’indagato», come si legge nelle 60 pagine di relazione della difesa. I punti caratteristici reali e riscontrabili sarebbero «soltanto» 5. Questo, avrebbe fatto concludere a Garofano e Bisogno che «le evidenze erroneamente indicate dai consulenti della Procura possano essere da imputare a interferenze murarie».

I problemi nel metodo di rilevazione

Nelle pagine della consulenza, gli esperti specificano più volte che da parte dei consulenti dei pm «è interamente mancata» la correttezza dei «metodi di rilevazione e accertamento scientifico». Essi infatti non avrebbero tenuto conto dei «protocolli previsti dal metodo di prova validato». Per di più, secondo gli esperti della difesa, i consulenti dei pm avrebbero «prima esaminato nel dettaglio» le caratteristiche dell’impronta di Sempio, cosa da non fare perché si rischia di «vedere delle minuzie che non esistono». «Soltanto successivamente» avrebbero «cercato le relative corrispondenze, cadendo in un inevitabile pregiudizio».

Il parere concorde della famiglia Poggi

La consulenza della difesa sottolinea gli errori commessi dalla Procura, così come quella, sempre sulla 33, degli esperti della famiglia Poggi, assistiti dai legali Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna. Domani, venerdì 4 luglio, i consulenti della famiglia della vittima si ritroveranno con quelli della difesa di Alberto Stasi, per il terzo round dell’incidente probatorio. Si occuperanno delle campionature, per le successive analisi genetiche, su tre tamponi autoptici di Chiara, di cui uno mai analizzato. E su tre tracce ematiche che non avevano fornito risultati nel 2007. Infine, su tre rinvenute su un frammento del tappetino del bagno macchiato di sangue dalla scarpa dell’assassino. I risultati dovrebbero essere disponibili la prossima settimana, ma pare non si attendano sconvolgimenti.

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